“Leggere ad alta voce migliora il rendimento scolastico in tutte le materie, anche in matematica”, ecco il progetto “Libriamoci” [VIDEO INTERVISTE]

“Scrivere a mano in corsivo e leggere su carta sono la cura più efficace contro i danni dell’abuso di tecnologia digitale nei giovani”. Lo ha affermato Andrea Cangini, Direttore dell’Osservatorio Carta Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi, durante la presentazione in Senato del corso pilota “Leggere per crescere: un libro contro il deterioramento digitale”.
L’iniziativa, organizzata con il Centro per il libro e la lettura, si propone di formare gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie di primo grado per contrastare le difficoltà cognitive degli studenti causate dall’uso eccessivo di dispositivi digitali. Cangini ha sottolineato l’urgenza di intervenire per tutelare il futuro del Paese, ribadendo che non si tratta di una “guerra al digitale”, ma di un’assunzione di responsabilità verso le nuove generazioni.
“Intelleggo, Dilibriamoci 2025”: un progetto per la crescita personale attraverso la lettura
Il progetto “Intelleggo, Libriamoci 2025” si sviluppa su tre filoni: “Intelleg(g)o, dunque sono”, “Intelleg(g)o, dunque sento” e “Intelleg(g)o, dunque faccio”. L’obiettivo è promuovere la lettura come strumento di crescita personale e cittadinanza attiva. Attraverso momenti di lettura ad alta voce in classe, svincolati da programmazione e valutazione, si punta a migliorare l’ascolto e, di conseguenza, il rendimento scolastico in tutte le materie. Un approccio che, come ricorda Nicola Genga, rappresentante del Centro del Libro e della Lettura, contrasta la diminuzione dell’attenzione causata dall’uso eccessivo della tecnologia.
Una battaglia di civiltà culturale per il futuro del Paese
L’Osservatorio, che riunisce diverse figure, da Telefono Azzurro alla scrittrice Susanna Tamaro, a ordini professionali di medici, psicologi e pedagogisti, si batte per la difesa della scrittura a mano e della lettura su carta. Le pratiche, secondo Cangini, rappresentano l’antidoto più efficace al deterioramento delle facoltà mentali dei giovani. Una “battaglia di civiltà culturale” che mira a formare una classe dirigente capace di affrontare le sfide del futuro.