Legge di bilancio, sulla scuola potrebbero arrivare novità ma ci sono ancora ritardi: il Governo potrebbe andare in Aula senza gli emendamenti delle forze politiche
Un altro slittamento. L’ennesimo. Che accorcia ulteriormente i tempi per l’approvazione della manovra 2022. Con lo spettro di un maxiemendamento del Governo senza passare dalle proposte del Parlamento, che si affaccia con insistenza. Scenario, questo, che potrebbe annullare le possibili novità per la scuola provenienti dalle forze politiche.
Infatti, in base a quanto apprende Orizzonte Scuola, la seduta convocata per oggi pomeriggio dalla Commissione Bilancio per votare il pacchetto di emendamenti alla manovra, è stata sconvocata. Il motivo, è da ricondursi al protrarsi del confronto sul altri temi come le cartelle esattoriali e il Superbonus.
Dunque, a meno di nuove disposizioni dell’ultimo minuto, il calendario della commissione Bilancio di palazzo Madama segna una nuova seduta per martedì 21 dicembre (ore 9.00) e posticipa la prima di domani mattina dalle 9.00 alle 11.30 (a cui seguiranno quelle delle 16.00 e delle 20.30). La nuova tabella di marcia porta l’approvazione della manovra in aula a giovedì 23 dicembre, considerando il tempo necessario per la preparazione del testo modificato dalla commissione. Dopo le feste di Natale toccherà alla Camera, che dovrà licenziare il provvedimento senza modifiche entro la fine dell’anno.
Se i tempi dovessero allungarsi ulteriormente, fa notare il quotidiano La Stampa, il Governo potrebbe decidere di portare il maxi-emendamento in aula senza il mandato del relatore in commissione.
Mossa che servirebbe all’esecutivo nella speranza di approvare quanto meno la struttura portante della legge di bilancio entro la fine dell’anno.
Ipotesi, quest’ultima, che le forze politiche vorrebbero scongiurare, dopo giorni intensi a produrre e trovare intese sulle proposte emendative. Certo, sembra più una “minaccia” da parte del Governo che una vera intenzione, ma non è da escludere a priori tale prospettiva.
Se dovesse verificarsi tale scenario andrebbero perdute alcune misure per la scuola che hanno visto l’intesa fra le forze politiche.
Su tutte, in base a quanto risulta, i partiti nei giorni scorsi avrebbero trovato la convergenza su diversi aspetti.
Fra questi la proroga della procedura di assunzione in ruolo dagli elenchi di prima fascia delle Gps degli insegnanti di sostegno: un misura che, secondo le stime del sindacato Flc Cgil, potrebbe garantire la copertura di 27 mila cattedre sul sostegno.
Altra questione condivisa dalle forze politiche in commissione nei giorni scorsi sarebbe quella relativa allo scorrimento delle graduatorie del concorso docenti Stem, che potrebbe portare gli idonei verso l’assunzione in ruolo. Tema portato avanti con forza anche dalla sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia: “Oggi abbiamo ribadito a Draghi che sulla manovra il M5s proporrà il Superbonus senza limiti Isee, il cashback fiscale e gli incentivi per auto a zero emissioni. Per la scuola il rinnovo contratti ATA, il Dimensionamento scolastico, aiuti per chi insegna nelle piccole isole, assunzione degli idonei STEM”.
Si profila un’intesa anche per la riduzione del vincolo di mobilità per i Dsga, che attualmente è fermo a 5 anni. Se dovesse passare la proposta accordata da tutti i partiti politici, si scenderebbe a tre anni di blocco, sulla falsariga di quanto accaduto per il vincolo dei docenti, che con il sostegni bis è stato accorciato da 5 a 3 anni.
A proposito di docenti vincolati, sembra esserci ancora una speranza per avere in legge di bilancio il superamento di tale blocco triennale. Non sarà facile perchè invece su questo tema sembra esserci ancora contrasto non solo fra i diversi partiti, in primis M5S e Lega, ma anche all’interno delle stesse forze, con correnti favorevoli e altre contrarie.
“Per i veti di qualcuno sono ancora in discussione le proposte su vincolati, abilitazione docenti e specializzazione sostegno. Vediamo cosa concretamente entrerà in legge di Bilancio“, dice il senatore Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega e vicepresidente della Commissione Cultura al Senato, a conferma del fatto che i veti e gli scontri politici stanno continuando a condizionare l’iter di approvazione della manovra.