Legge di Bilancio, Anief: tanti provvedimenti per l’Istruzione, pochi sono risolutivi

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Comunicato Anief – La Legge di bilancio è stata dunque approvata in via definitiva alla Camera dei deputati con 313 voti favorevoli, 70 contrari, e l’immediata firma del Capo dello Stato. 

Sono diversi i provvedimenti riguardanti la scuola. Ad iniziare, scrive Orizzonte Scuola, dal sistema di reclutamento nella scuola secondaria, che è andato a modificare profondamente il decreto legislativo 59/2017, introducendo un nuovo accesso per l’immissione in ruolo, il concorso seguito da un anno di formazione in servizio e prova per la conferma; è stato, inoltre, abolito il concorso riservato ai docenti precari con 36 mesi di servizio. Si punta tutto, quindi, sui concorsi, ignorando i numeri record del precariato scolastico raggiunti nel 2018 e abbandonando al loro destino diverse decine di migliaia di abilitati storici, ad iniziare dai maestri con diploma magistrale, un parte dei quali già immessi in ruolo, e che in questo modo non otterranno mai la stabilizzazione, a dispetto delle direttive europee che da vent’anni combattono l’abuso dei contratti a termine.

La legge di bilancio abolisce la titolarità su ambito territoriale, anche questa prevista dalla legge n. 107/2015, a partire dall’anno scolastico 2019/2020, per il personale coinvolto nelle procedure di reclutamento e nelle operazioni di mobilità territoriale (trasferimenti) e professionale (passaggio di ruolo/cattedra). Non si sono applicate tuttavia le necessarie disposizioni per far tornare a casa migliaia di docenti assunti tre anni fa con l’algoritmo “impazzito” della Buona Scuola.

Nel testo si legge che, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, bisognerà stabilire le modalità per la graduatoria del tempo pieno nella scuola primaria: l’aumento di organico previsto sarà di 2mila posti. Tuttavia, conti alla mano, ne servirebbero oltre 40 mila: pertanto, appare davvero improprio, se non incauto, parlare finalmente di introduzione di tempo pieno alla primaria, considerato che di questo passo l’obiettivo sarà raggiunto tra decine di anni.

Con la manovra economica, viene poi rinviata al 1° settembre 2019 l’entrata in vigore del decreto legislativo 66/2017, attuativo della legge di riforma Renzi-Giannini che ha introdotto nuove norme in materia di inclusione scolastica degli alunni disabili: il rinvio è stato effettuato in vista di modifiche da apportare al decreto medesimo

Come preannunciato, il Parlamento ha anche provveduto a stoppare gli appalti di pulizia, sino ad oggi affidati a cooperative: dal 2020 non ci saranno più appalti esterni per la pulizia delle scuole. Viene inoltre prevista l’assunzione progressiva, tramite concorso, di 12 mila lavoratori co.co.co. che abbiano determinati requisiti. Per Anief si tratta di un’operazione fattibile, ma a patto che parallelamente siano stabilizzati anche i 46 mila Ata dello Stato, anche loro precari, che per anni e anni hanno permesso alle nostre scuole di funzionare. E siccome per i 40 mila supplenti Ata dello Stato non sono previste assunzioni, ci sarà una massiccia adesione al ricorso nazionale per ottenere risarcimenti e stabilizzazioni.

Ci sono poi i percorsi di alternanza scuola-lavoro che cambiano nome, assumendo quello di “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”. Viene ridotto il monte ore da svolgere negli ultimi tre anni: almeno 210 ore negli istituti professionali; almeno 150 ore negli istituti tecnici; almeno 90 ore nei licei. Il Miur, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, dovrà emanare un decreto che definisca le linee guida in merito ai percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento. Inoltre, considerato che la misura entrerà in vigore dal 2018/19, i percorsi già progettati vanno rimodulati sulla base delle risorse adesso disponibili. Manca ancora all’appello, tuttavia, una definizione chiara delle norme che regolano le esperienze studentesche in azienda e una definizione certa delle convenzioni stipulate dalle scuole con i datori di lavoro.

Passa anche l’esonero per 120 docenti che costituiranno delle équipe territoriali formative e dovranno facilitare l’utilizzo nelle scuole delle nuove tecnologie, al fine di innovare la didattica, secondo quanto previsto nel Piano Nazionale Scuola Digitale: è un numero risibile che si commenta da solo ai fini dell’efficacia effettiva del provvedimento approvato.

La legge prevede l’incremento dell’organico del personale dei licei musicali, pari a 400 posti, per cui saranno assunti altrettanti docenti. La misura pone fine al problema relativo allo svolgimento della seconda ora di strumento nel biennio, sino ad oggi non svolta per carenza d’organico: una questione portata dall’Anief in tribunale e che proprio grazie all’opera del sindacato sembra ora giungere a compimento, peraltro dopo pure il commissariamento del Ministero dell’Istruzione ad opera del Prefetto di Roma per la mancata attivazione di questi posti già dal presente anno scolastico.

Detto dell’assunzione di 290 educatori a decorrere dall’anno scolastico 2019/20, un quarto dei posti vacanti in organico, la legge di bilancio ha disposto anche un aumento del fondo di finanziamento delle scuole (di cui alla legge n. 296/2006): si tratta di 174,31 milioni di euro per il 2020 e di 79,81 milioni di euro per il 2021. Superando quanto previsto dalla legge 107/15, si predispone poi che la ripartizione delle risorse tra le scuole, per le attività svolte in coerenza con il Piano Nazionale Scuola Digitale e per quelle svolte nell’ambito dei laboratori territoriali per l’occupabilità, avvenga tramite procedure selettive.

Per il sostegno, viene previsto come requisito d’accesso ai corsi di specializzazione, l’abilitazione specifica all’insegnamento oppure la laurea più 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, con riferimento alle procedure distinte per la secondaria di primo o secondo grado. Oltre che con l’abilitazione (come avvenuto sino ad oggi), dunque, sarà possibile accedere ai corsi di sostegno con la sola laurea e i 24 CFU.

La legge di bilancio, inoltre, interviene su una procedura in corso, ossia quella relativa al percorso annuale FIT, che stanno svolgendo i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado a seguito della prima procedura concorsuale riservata agli abilitati prevista dalla Buona scuola: il percorso FIT, secondo quanto predisposto dalla manovra, diventa ripetibile in caso di valutazione negativa. La legge prevede, inoltre, che coloro i quali non sono stati ancora avviati al FIT (quindi coloro che hanno svolto il concorso 2018 ma non sono stati ancora ammessi al FIT) si applicano le nuove norme, per cui il FIT diventa percorso annuale di formazione iniziale e prova, che è ripetibile e finalizzato alla conferma in ruolo.

È prevista per gli Ata ex co.co.co. di Palermo la trasformazione di una parte di contratti a tempo parziale a tempo pieno: 789 sono stati assunti nelle scuole statali, nel corrente anno scolastico, ma con contratti part-time, secondo quanto previsto dalla precedente legge di bilancio. Ora, in 226 si ritroveranno con orario settimanale completo.

Vengono stanziati, come per tutti i dipendenti pubblici, i fondi per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale relativo al triennio 2019-2021 per la copertura dell’elemento perequativo dal 1° gennaio 2019 e per la cosiddetta indennità di vacanza contrattuale in attesa del predetto rinnovo: si tratta, a regime, di appena di 40 euro lordi medi di incremento mensile. Per altri aumenti, eventualmente, si dovrà attendere la prossima legge di bilancio.

La stessa legge prevede anche che le risorse del fondo di cui alla legge n. 296/2006, incrementato con quelle previste dalla legge n. 205/2017, siano ripartite tra le regioni e assegnate agli Istituti tecnici superiori, a partire dall’anno formativo 2019/2020, in modo da rendere stabile e tempestiva la realizzazione dei percorsi coerenti con i processi di innovazione tecnologica in atto e inclusi nei piani territoriali regionali. Le risorse suddette, entro il 30 settembre di ciascun anno, vanno assegnate dal Miur direttamente alle Regioni che le riversano agli ITS. A tal fine, questi ultimi devono riportare, nell’anno precedente, una valutazione svolta sulla base dei criteri e delle modalità applicative degli indicatori stabiliti dall’Accordo in sede di Conferenza unificata del 5 agosto 2014, come modificato dal successivo Accordo del 17 dicembre 2015.

“Fin qui le norme approvate potrebbero essere un buon viatico, a condizione che si proceda nella prossima legge di stabilità alla trasformazione di tutto l’organico di fatto in organico di diritto incluso sui posti in deroga di sostegno che a legislazione vigente non sono più finanziati dal 2020, al ritorno all’insegnamento di lingua inglese nella primaria e per moduli, all’estensione del tempo pieno e prolungato su tutto il territorio nazionale, al recupero dell’inflazione negli stipendi cresciuta durante il blocco contrattuale. Ma un provvedimento non può più aspettare: è necessario lo sblocco del doppio canale di reclutamento – continua Pacifico – conseguente alla riapertura delle GaE a tutto il personale abilitato e la stabilizzazione di tutti i precari docenti abilitati e non con 36 mesi di servizio inclusi Ata ed educatori, per evitare che la denuncia 2014/2041 si trasformi in una procedura d’infrazione della Commissione UE contro l’Italia al netto di una risoluzione del contenzioso risarcitorio presso i tribunali del lavoro”.

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