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L’educazione civica in pillole: le risposte ad alcuni quesiti e la valutazione alla Primaria

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L’insegnamento dell’educazione civica intende sviluppare competenze trasversali, che conducono gli studenti alla consapevolezza dei propri diritti e alla fedeltà verso i propri doveri di cittadini in una dimensione statale, europea e internazionale.
È compito di ogni docente, dalla Scuola dell’Infanzia sino agli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore, formare e favorire una partecipazione alla vita civile plasmata – in primis – dai principi di responsabilità, legalità e solidarietà.

Nella didattica dell’Educazione Civica sono confluiti, arricchiti e valorizzati gli obiettivi che un tempo afferivano all’insegnamento della stessa Educazione civica, così da andare oltre i confini di un insegnamento a sé stante, per agevolare una multiforme armonia formativa orientata verso i comuni traguardi di una Scuola che vuole concepire i giovani non solo come studenti ma anche e soprattutto come cittadini.
D’altronde già la legge 107 del 13 luglio 2015 (art.1 c.1), affermava il ruolo centrale della Scuola nella Società… non si può prescindere da una Scuola quale laboratorio permanente di partecipazione e di educazione alla Cittadinanza attiva.

I giovani e la Costituzione
Avvicinare i giovani ai suoi valori e sostenere l’insegnamento dell’Educazione civica, attraverso attività pluridisciplinari e metodologie laboratoriali, è infatti un impegno comune del mondo della scuola, che nel tempo si è tradotto in nuove iniziative e in una pluralità di progetti, rivolti ai differenti gradi di istruzione e realizzati grazie al contributo degli Uffici scolastici regionali, dei dirigenti scolastici e dei docenti. Oggi lo diventa fattivamente e in maniera coordinata, non abbandonando tutto il patrimonio progettuale di cui dispone la scuola, attraverso questo nuovo insegnamento.

Il patrimonio progettuale irrinunciabile
Ogni scuola, del primo e del secondo ciclo, potrà pertanto ideare, nel corso del nuovo anno scolastico e all’interno della propria progettazione didattica di Educazione Civica dei percorsi di studio e approfondimento, avvalendosi delle risorse offerte dai progetti già esistenti; ripartire, dunque, ma non cancellare il patrimonio unico delle scuole italiane. La miriade di progettualità di cui la scuola va fiera.

Perché la prospettiva trasversale dell’insegnamento di educazione civica?
La scelta della trasversalità di questo nuovo insegnamento risponde alla necessità di perseguire una pluralità di obiettivi di apprendimento e di competenze non ascrivibili a una singola disciplina. La trasversalità dell’insegnamento, infatti, offre un paradigma di riferimento diverso da quello delle discipline. L’educazione civica assume la valenza di matrice valoriale trasversale che va coniugata con le discipline di studio, per evitare superficiali e improduttive aggregazioni di contenuti teorici e per sviluppare processi di interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari.

Nelle scuole del primo ciclo di insegnamento a chi verrà affidata la disciplina?

Nelle scuole del primo ciclo l’insegnamento trasversale dell’Educazione Civica è affidato, in contitolarità, a docenti di classe individuati sulla base dei contenuti del curricolo, utilizzando le risorse dell’organico dell’autonomia. Tra essi è individuato un coordinatore.

Per il secondo ciclo come verrà individuato il personale docente a cui affidare la disciplina?
Le scuole del secondo ciclo potranno adottare soluzioni organizzative differenti. Qualora il docente abilitato nelle discipline giuridico-economiche sia contitolare nel Consiglio di Classe, negli istituti superiori nel cui curricolo siano presenti gli insegnamenti dell’area giuridico-economica, gli sarà affidato l’insegnamento di educazione civica, di cui curerà il coordinamento, fermo restando il coinvolgimento degli altri docenti competenti per i diversi obiettivi/risultati di apprendimento condivisi in sede di programmazione dai rispettivi Consigli di classe. Qualora il docente abilitato nelle discipline giuridico-economiche sia presente in organico dell’autonomia ma non sia già contitolare del Consiglio di Classe, egli potrà assumere il coordinamento della disciplina per una o più classi, fatta salva la necessità che in esse si crei uno spazio settimanale in cui, anche in compresenza con altri docenti, possa procedere alla didattica dell’educazione civica all’interno della quota oraria settimanale, o all’interno della quota di autonomia eventualmente attivata, nelle modalità approvate dal Collegio dei docenti.

Chi insegna la disciplina se nell’istituzione scolastica non vi sono docenti abilitati nelle discipline giuridico-economiche?
In questo caso l’insegnamento di Educazione Civica sarà attribuito in contitolarità a più docenti, competenti per i diversi obiettivi/risultati di apprendimento, condivisi in sede di programmazione dai rispettivi Consigli di classe. Il coordinamento sarà affidato ad uno dei docenti contitolari dell’insegnamento.

La disciplina sarà oggetto di valutazione?
La Legge dispone che l’insegnamento trasversale dell’Educazione Civica sia oggetto delle valutazioni periodiche e finali previste dal D. Lgs. 13 aprile 2017, n. 62 per il primo ciclo e dal DPR 22 giugno 2009, n. 122 per il secondo ciclo. I criteri di valutazione deliberati dal collegio dei docenti per le singole discipline e già inseriti nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa dovranno essere integrati in modo da ricomprendere anche la valutazione dell’insegnamento dell’Educazione Civica.

Chi formulerà la proposta di valutazione?
In sede di scrutinio il docente coordinatore dell’insegnamento formula la proposta di valutazione, espressa ai sensi della normativa vigente, da inserire nel documento di valutazione, acquisendo elementi conoscitivi dai docenti del team o del Consiglio di Classe cui è affidato l’insegnamento dell’Educazione Civica. Tali elementi conoscitivi sono raccolti dall’intero team e dal Consiglio di Classe nella realizzazione di percorsi interdisciplinari. La valutazione deve essere coerente con le competenze, abilità e conoscenze indicate nella programmazione per l’insegnamento dell’Educazione Civica e affrontate durante l’attività didattica. I docenti della classe e il Consiglio di Classe possono avvalersi di strumenti condivisi, quali rubriche e griglie di osservazione, che possono essere applicati ai percorsi interdisciplinari, finalizzati a rendere conto del conseguimento da parte degli alunni delle conoscenze e abilità e del progressivo sviluppo delle competenze previste nella sezione del curricolo dedicata all’Educazione Civica.

In che modalità avverrà la valutazione nelle scuole del primo ciclo?
Il Collegio dei Docenti delle scuole del primo ciclo, in coerenza con il disposto dell’art. 2 del D. Lgs. 62/2017, dovrà esplicitare a quale livello di apprendimento corrisponde il voto in decimi attribuito agli alunni della scuola secondaria di primo grado anche per l’Educazione Civica. Per gli alunni della scuola primaria il docente coordinatore propone l’attribuzione di un giudizio descrittivo, elaborato tenendo a riferimento i criteri valutativi indicati nel PTOF, che viene riportato nel documento di valutazione.
Secondo quanto previsto dalle nuove disposizioni emanate il 4 dicembre 2020, il giudizio descrittivo di ogni studente sarà riportato nel documento di valutazione e sarà riferito a quattro differenti livelli di apprendimento:
• Avanzato: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note e non note, mobilitando una varietà di risorse sia fornite dal docente, sia reperite altrove, in modo autonomo e con continuità.
• Intermedio: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note in modo autonomo e continuo; risolve compiti in situazioni non note, utilizzando le risorse fornite dal docente o reperite altrove, anche se in modo discontinuo e non del tutto autonomo.
• Base: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità.
• In via di prima acquisizione: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente.
I livelli di apprendimento saranno riferiti agli esiti raggiunti da ogni alunno in relazione agli obiettivi di ciascuna disciplina. Nell’elaborare il giudizio descrittivo si terrà conto del percorso fatto e della sua evoluzione.

I livelli
I livelli sono definiti sulla base di dimensioni che caratterizzano l’apprendimento e che permettono di formulare un giudizio descrittivo. È possibile individuare, nella letteratura pedagogico-didattica e nel confronto fra mondo della ricerca e mondo della scuola, quattro dimensioni che sono alla base della definizione dei livelli di apprendimento.
I livelli si definiscono in base ad almeno quattro dimensioni, così delineate:

  • l’autonomia dell’alunno nel mostrare la manifestazione di apprendimento descritto in uno specifico obiettivo. L’attività dell’alunno si considera completamente autonoma quando non è riscontrabile alcun intervento diretto del docente;
  • la tipologia della situazione (nota o non nota) entro la quale l’alunno mostra di aver raggiunto l’obiettivo. Una situazione (o attività, compito) nota può essere quella che è già stata presentata dal docente come esempio o riproposta più volte in forme simili per lo svolgimento di esercizi o compiti di tipo esecutivo. Al contrario, una situazione non nota si presenta all’allievo come nuova, introdotta per la prima volta in quella forma e senza specifiche indicazioni rispetto al tipo di procedura da seguire;
  • le risorse mobilitate per portare a termine il compito. L’alunno usa risorse appositamente predisposte dal docente per accompagnare il processo di apprendimento o, in alternativa, ricorre a risorse reperite spontaneamente nel contesto di apprendimento o precedentemente acquisite in contesti informali e formali;
  • la continuità nella manifestazione dell’apprendimento. Vi è continuità quando un apprendimento è messo in atto più volte o tutte le volte in cui è necessario oppure atteso. In alternativa, non vi è continuità quando l’apprendimento si manifesta solo sporadicamente o mai.

I livelli di apprendimento (avanzato, intermedio, base, in via di prima acquisizione) sono descritti, tenendo conto della combinazione delle dimensioni sopra definite, nella Tabella 1, anche in questo caso in coerenza con i descrittori adottati nel Modello di certificazione delle competenze

A quali obiettivi/risultati di apprendimento e competenze farà riferimento la valutazione?
Per gli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023 la valutazione dell’insegnamento di Educazione Civica farà riferimento agli obiettivi/risultati di apprendimento e alle competenze che i collegi docenti, nella propria autonomia di sperimentazione, avranno individuato e inserito nel curricolo di istituto. A partire dall’anno scolastico 2023/2024 la valutazione avrà a riferimento i traguardi di competenza e gli specifici obiettivi di apprendimento per la scuola del primo ciclo, gli obiettivi specifici di apprendimento per i Licei e i risultati di apprendimento per gli Istituti tecnici e professionali definiti dal Ministero dell’istruzione.

Come verrà insegnata l’Educazione Civica nella scuola dell’infanzia?
Attraverso la mediazione del gioco, delle attività educative e didattiche e delle attività di routine i bambini potranno essere guidati ad esplorare l’ambiente naturale e quello umano in cui vivono e a maturare atteggiamenti di curiosità, interesse, rispetto per tutte le forme di vita e per i beni comuni. Il costante approccio concreto, attivo e operativo all’apprendimento potrà essere finalizzato anche alla inizializzazione virtuosa ai dispositivi tecnologici, rispetto ai quali gli insegnanti potranno richiamare i comportamenti positivi e i rischi connessi all’utilizzo, con l’opportuna progressione in ragione dell’età e dell’esperienza.

Quali sono i traguardi di competenza da raggiungere al termine del primo ciclo?
I traguardi di competenza sono indicati nell’Allegato B al D.M.n.35 del 22/6/2020, che integra il Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione in relazione all’insegnamento trasversale dell’educazione civica.

Quali sono le competenze da raggiungere al termine del secondo ciclo?
Le competenze sono indicate nell’Allegato C al D.M.n.35 del 22/6/2020, che integra il Profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo di istruzione in relazione all’insegnamento trasversale dell’educazione civica.

In che cosa consiste la sperimentazione di cui parla il comma 3 dell’art.4 del D.M. n.35 /2020?
Nel testo delle Linee Guida si chiarisce la portata di questa sperimentazione che rimanda alle scuole il compito di sperimentare, sulla base dei poteri conferiti dall’art. 6 del DPR n. 275/99, obiettivi di apprendimento/risultati di apprendimento delle classi intermedie come tappe di un percorso che porti al conseguimento dei traguardi già definiti nei Profili finali del 1° e 2° ciclo di istruzione. Si tratta di una sperimentazione triennale, che sarà monitorata dal Ministero negli anni 2021-2022 e 2022-2023 e che avrà come risultato finale l’integrazione dei Profili finali allegati alle Linee Guida vigenti.

L’educazione civica sarà inclusa nell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo?
L’insegnamento dell’educazione civica è, di per sé, trasversale e gli argomenti trattati, con riferimento alle singole discipline, risultano inclusi nel documento del 15 maggio, sul quale si basa il colloquio; pertanto, non ci sarà un commissario (interno o esterno) specifico. Indicazioni più dettagliate saranno comunque fornite con il Decreto materie, che disciplina annualmente proprio le modalità organizzative del colloquio.

L’insegnamento dell’educazione civica riguarda anche l’istruzione degli adulti?
Il D.M. n. 35 del 22/06/2020 prevede che anche i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, come tutte le istituzioni scolastiche, definiscano il curricolo di educazione civica. Pertanto, per tutti i percorsi ordinamentali dell’istruzione degli adulti dovrà essere predisposto un curricolo di educazione civica. Il Comitato tecnico scientifico per l’educazione civica sta valutando le modalità di adattamento dell’insegnamento dell’educazione civica ai percorsi di istruzione degli adulti. In tale contesto, anche il monte ore annuo previsto sarà modulato tenendo conto della specificità dei suddetti percorsi.

Insegnare educazione civica: contenuti, metodologia, competenze. Esempi di unità di apprendimento

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