L’educatrice Carlotta Cerri: “Cari genitori, le urla e le minacce ai figli sono scorciatoie, ma sono controproducenti per il futuro”

In un mondo in cui la genitorialità si trova spesso a navigare tra le tempeste delle quotidiane sfide educative, emerge la figura di Carlotta Cerri come faro di innovazione e speranza. Educare i figli, una missione tanto nobile quanto complessa, richiede un approccio che vada oltre le tradizionali dinamiche di autorità e punizione.
Cerri, con la sua formazione montessoriana e attraverso il suo blog La Tela di Carlotta, propone un metodo basato sull’empatia, l’ascolto e la fiducia, rivelando come questi principi possano trasformare radicalmente il rapporto genitori-figli.
Sposata e madre di due bambini, Cerri ha viaggiato il mondo in camper, esperienza che le ha permesso di assimilare e integrare diversi approcci educativi, dalla filosofia Montessori a quella Steiner, fino all’educazione dolce e al metodo danese. Il suo ultimo libro, Cosa sarò da grande, edito da Vallardi, è una guida per genitori che aspirano a liberarsi dalle catene di un’educazione rigida, offrendo strumenti per costruire un percorso di genitorialità alternativa.
La sua strategia si concentra su un dialogo aperto e costruttivo, in cui le minacce e le punizioni lasciano spazio alla comprensione reciproca. A Vanity Fair, Cerri sottolinea l’importanza di evitare l’impulso di alzare la voce di fronte ai capricci, promuovendo invece una comunicazione che non solo rispetta l’individuo ma ne stimola la crescita personale e l’autonomia.
Tale visione trova fondamento nella convinzione che educare attraverso la paura o l’imposizione di autorità generi adulti incapaci di gestire conflitti o di agire in modo autonomo. Cerri propone un modello di cooperazione, in cui genitori e figli lavorano insieme per superare le sfide, cambiando così radicalmente la dinamica familiare.
Il messaggio chiave dell’approccio di Cerri è che non è mai troppo tardi per adottare una genitorialità consapevole. Anche i genitori più frustrati possono imparare a gestire le proprie emozioni, evitando così di ricorrere a metodi controproducenti. La sua esperienza personale e professionale dimostra che è possibile trasformare l’educazione dei propri figli in un percorso di crescita congiunta, basato su valori di rispetto, comprensione e amore incondizionato.