“Le scuole restino aperte tutto il giorno anche per formare i genitori”, a chiederlo Maria Rita Parisi

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Serve un lavoro di base che solo la scuola può svolgere, perciò deve essere al primo posto nell’agenda dei nostri politici. Teniamo le scuole sempre aperte, rendiamole presidi di prevenzione del disagio giovanile attraverso la formazione continua di docenti e genitori. I finanziamenti servano per armare i cervelli anziché riempire gli arsenali!”. È questo il monito che la psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi, Presidente della Fondazione Movimento Bambino Onlus e membro dell’Osservatorio nazionale su Infanzia e Adolescenza, ha lanciato nel corso dell’evento conclusivo della Settimana della Cultura classica organizzata dal Liceo Marymount di Roma dal 7 all’11 aprile 2025.

Vorrei scuole aperte tutto il giorno tutti i giorni, piene di bellezza, riempite con le opere d’arte che ora giacciono nei fondi dei musei, per prevenire la sofferenza psicologica dei nostri ragazzi e aiutarli a costruire relazioni sociali sane e sicure. Gli istituti diventino centri di cultura permanenti dove si presentano libri, si fanno attività teatrali, siano ben attrezzate con biblioteche, mense. È l’ultima cosa che ancora possiamo fare per cambiare realmente in pace, libertà e democrazia la mentalità della discriminazione e dell’odio a cui siamo esposti ogni giorno e che abbiamo visto anche al centro dei versi della Medea appena recitati dai ragazzi”.

Il riferimento è al discorso con cui la protagonista della tragedia euripidea denuncia la forte subalternità delle donne rispetto agli uomini nella Grecia antica, a margine del quale la celebre psicoterapeuta, che ha dedicato gran parte del suo impegno intellettuale all’uguaglianza di genere, ha poi aggiunto: “Possibile che nulla sia cambiato da allora? Queste parole che arrivano da così lontano siano anche un invito rivolto agli uomini a combattere e a difendersi dall’orrore di una certa visione del maschile. Medea parla di tutte le donne del mondo, poiché i miti sono elaborazioni del nostro inconscio collettivo. Io ho fede nel cambiamento umano che le fiabe ci raccontano, noi tutti siamo fatti di fiabe, il nostro immaginario collettivo è mito”.

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