Le lauree e le prospettive di occupazione: uno sguardo sui dati di Almalaurea

Scegliere un percorso di studi universitario non è mai una decisione semplice. Oltre alla passione e all’interesse per la materia, molteplici fattori influenzano tale scelta. E uno di questi è indubbiamente la prospettiva occupazionale. Non si tratta di ridurre l’istruzione superiore a un mero calcolo di convenienza, ma di prendere decisioni informate.
Le lauree, come sappiamo, differiscono per molti motivi. Non solo per i contenuti didattici, ma anche per le prospettive di lavoro che offrono. E, talvolta, le differenze sono sostanziali.
Almalaurea, con i suoi rapporti annuali, fornisce dati preziosi a riguardo. E alcune discipline emergono come leader indiscussi in termini di occupabilità post-laurea. Si tratta in particolare di settori ad alta intensità tecnologica: Informatica, con un tasso di occupazione del 93% entro un anno dalla laurea, seguita da vicino dall’Ingegneria industriale e dell’informazione, con il 92,2%. Non sono da meno Architettura e Ingegneria civile, con l’86,1%, e le discipline Medico sanitarie e farmaceutiche, così come quelle Economiche, entrambe con l’83,4%.
Tuttavia, non tutte le aree mostrano questi numeri ottimistici. Le lauree in ambito Letterario-Umanistico, pur essenziali per la cultura e la società, vedono un tasso di occupazione dell’62,9% dopo un anno. E ancora meno brillanti sono le prospettive per le lauree in ambito Giuridico e Psicologico, sebbene va considerato l’importante fattore degli esami di stato richiesti per esercitare pienamente certe professioni in questi settori.