Le emozioni di una scuola di periferia. Lettera

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Inviato da Raffaele Focone – La mia è una scuola di periferia in un contesto sicuramente particolare in cui ci sono ragazzi che vivono contesti familiari diversi dal comune.

Ma tutti i ragazzi sono uguali, pur non essendo UGUALI nelle loro diversità. Ci sono classi più particolari delle altre, in cui è davvero difficile tenere alto il livello di attenzione e fare lezione. Qualche ragazzo che frequentava, ora sta già facendo i “conti” con la giustizia. Ma condannare è fin troppo semplice e non sempre giusto. Li vedo sempre come se potessero essere dei figli miei: ne ho uno, splendido, di pochi anni in più, e penso sempre che nè lui, nè io, abbiamo alcun merito particolare di essere nati in un contesto privilegiato, figli di insegnanti e con genitori che impartissero, ancora, veri valori.

Si stanno svolgendo le #ProveInvalsi e nel “mio” laboratorio entrano classi con cui non sempre ho a che fare. In qualcuna di questa ci sono ragazzi che rendono difficile il ruolo di “Educatore”. Credo che, anche se in modo diverso, siamo tutti educatori, Noi che abbiamo la fortuna di lavorare nel mondo della Scuola. Dal Dirigente scolastico ai collaboratori.

Mi ritrovo accanto questi ragazzetti che “si fingono” bulli, per guadagnarsi quello che secondo loro è ” il Rispetto”, ma che se sai tenergli testa, dargli uno sguardo amorevole in risposta ad uno suo di sfida, se gli dai una pacca sulla spalla o gli trasmetti la tua voglia di aiutarlo, in qualche modo, qualunque esso sia, si sciolgono come pezzi di burro e ti mostrano tutta la loro sensibilità ed umanità.

Ecco, ora non sono a scuola, ma mi è passato per la mente uno di quei ragazzetti terribili e pensandolo, pensando a come si è rapportato con me oggi, dopo che gli ho mostrato la mia disponibilità ad aiutarlo, la mia disponibilità ad “Esserci”, ho provato un vero senso di affetto e di tenerezza, da occhi lucidi!
Ed io sono uno di quelli che, quando gira per la scuola, qualcuno può pensare: “Ma questo come se la tira!”. Qualcuno che non mi conosce, ovviamente!

Chi mi conosce sa che sono una persona disponibile con TUTTI, amo questo lavoro, questa professione, direi! Amo stare tra i ragazzi, perché so sentirmi uno di loro, anche dietro i miei occhiali da sole, che non lasciano carpire le mie emozioni, ed il mio fisico anch’esso “Particolare” con cui sposto l’aria di spensieratezza pensierosa, che respiro intorno mentre, muovendo i miei passi, c’è qualcuno che, dal corridoio, mi chiama “Cristiano Ronaldo”.

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