Lavoro più pensione, come si calcola l’eccedenza Irpef da versare?

Per chi lavora quando è in pensione è necessario sommare redditi da lavoro con quelli da pensione per stimare l’Irpef realmente dovuta.
Il lavoro dopo la pensione spaventa sempre per il rischio che si può correre di dover versare imposte maggiori. In questo articolo vedremo come calcolare l’eccedenza delle imposte da versare e come evitare di dover versare una maxi somma in dichiarazione dei redditi rispondendo a un nostro lettore che ci scrive:
Buona sera, ho letto con attenzione la simulazione della tassazione con i calcoli riferiti all’ esempio per la somma dei redditi da pensione e quello da lavoro lordo. Tutto chiaro, l’unica cosa che non riesco a capire bene è la seguente:
l’esempio – riporta di uno stipendio mensile lordo di 2.500 e una pensione lorda di 2.000 euro avrebbe un reddito imponibile complessivo di:
- 32.500 euro da lavoro
- 26.000 euro da pensione.
Per un totale di 58.500 euro e pagherebbe:
- il 23% sui primi 28.000 euro (6.440 euro);
- il 35% sui successivi 22.000 euro (7.700)
- il 43% sui restanti 8.500 (3.655).
L’IRPEF totale che dovrebbe pagare sarebbe, quindi di 18.055 euro.
A monte però, in realtà, i due redditi sono già tassati.
Come si calcola complessivamente l’eccedenza da versare oltre quella già versata / tassata ?
Grazie
Come si calcola l’eccedenza Irpef da versare?
Come spiegato nell’articolo precedente il problema principale è che le due tipologie di reddito non sono tassate nel modo giusto se non si comunica al datore di lavoro che si hanno anche altre entrate (quelle da pensione appunto) per fare in modo che applichi le giuste aliquote Irpef.
L’Inps, che eroga la pensione, nell’esempio riportate, applicherà l’Irpef solo su 26.000 euro non considerando gli altri 32.500. Il datore di lavoro farà lo stesso applicando l’Irepf sui redditi da lavoro senza considerare quelli da pensione.
Il problema è che il lavoratore dell’esempio pagherà sulla pensione l’Irpef al 23% e sui redditi da lavoro fino a 28.000 euro Irpef al 23%, sui restanti 4.500 Irpef al 35%. Sommando i redditi, però, solo i primi 28.000 mila hanno diritto all’aliquota al 23%, i restanti si dividono tra l’aliquota al 35% e al 43%. Appare chiaro, quindi, che il lavoratore si trova nella condizione di aver versato meno Irpef di quella dovuta (anche se i redditi in questione erano già tassati, infatti, lo erano in modo errato).
Per calcolare l’eccedenza da versare è necessario sommare i redditi complessivi conseguiti, applicare le detrazioni da lavoro/pensione calcolate sulla somma dei redditi. E poi calcolare la reale Irpef dovuta applicando scaglioni e aliquote sul reddito imponibile totale. In questo modo si avrà l’Irpef dovuta. Per sapere quante imposte, invece, sono state già versate con la tassazione applicata, basterà consultare le CU rilasciate dall’ente previdenziale e dal datore di lavoro, in cui è riportata esattamente l’Irpef versata (o in alternativa sommare tutta l’Irpef trattenuta da buste paga e cedolini della pensione).
La differenza tra l’Irpef dovuta e quella versata, infine, le darà come risultata l’eccedenza che ancora si deve pagare.
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