Latino alle medie, Associazione Agorà 33: “Eviterebbe trauma al liceo e darebbe consapevolezza etimologica a tutti”

“L’introduzione dello studio facoltativo del latino alle scuole medie (su cui in realtà non pochi colleghi tentano qualche indispensabile accenno già ora), facendo leva su una curiosità linguistica e grammaticale che in pubertà è più forte che nell’adolescenza – età sottoposta ad altre urgenze -, può contribuire a evitare l’impatto spesso traumatico e scoraggiante del primo anno di liceo (tanto che molti studenti ormai, per evitare questo spauracchio, scelgono il “liceo senza latino”)”: così Gruppo La nostra scuola – Associazione Agorà 33 commenta le Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola che il Ministero dell’istruzione e del merito si appresta a introdurre.
Non solo. Secondo l’Associazione Agorà 33 il latino alle medie “permetterebbe anche a studenti che sceglieranno poi gli istituti tecnici o professionali di avere una minima consapevolezza etimologica, così importante per una comprensione migliore dell’italiano (si pensi a quante incertezze linguistiche, ad esempio, darebbe risposta il recupero del significato dei prefissi, capaci di dar vita a una grande quantità di combinazioni con un numero limitato di verbi“.
Quanto all’abolizione della geostoria, l’Associazione ricorda che la sua creazione “ai tempi di Gelmini, non ha risposto alla necessità di evidenziare i forti legami interdisciplinari tra la storia e la geografia ma è servita semplicemente a tagliare un’ora di scuola e a risparmiare sull’istruzione. Se crediamo che l’interdisciplinarità richieda una complessità di approccio maggiore rispetto alle singole discipline, la somma delle 2 ore di storia e delle 2 di geografia avrebbe richiesto semmai un aumento del monte ore totale, e non una diminuzione a 3. Gli effetti, ci sembra, sono sotto gli occhi di tutti: storia insegnata peggio, l’insegnamento della geografia quasi scomparso e privo di ogni sistematicità; senza contare il fatto che l’accorpamento storia-geografia ha paradossalmente tagliato fuori dall’insegnamento della geografia proprio le persone più qualificate a insegnarla“.