Latini (Lega): “Valditara ha ragione, la scuola è classista. Emergenza educativa in atto, non basta trovare la giusta punizione. Rinnovo contratto? Un ottimo inizio” [INTERVISTA]
Dalla questione dei sanificatori fino a quella del precariato e del rinnovo del contratto. A Orizzonte Scuola interviene la deputata della Lega, Giorgia Latini, vicepresidente della VII Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera.
In qualità di assessore alla Formazione nella Regione Marche si è battuta molto per i sanificatori dell’aria nelle scuole. Continuerà questa battaglia anche in Parlamento?
Certamente ciò che la Regione Marche, prima in Italia, ha iniziato a fare investendo 12 milioni di euro in impianti di ventilazione meccanica e in sanificatori dell’aria e impegnando per la nuova programmazione i fondi strutturali europei deve avere una continuità temporale e in tutto il Paese. Lavorerò a questo, affinché anche il Parlamento possa adottare misure di questo genere. Ma non parlerei di battaglia. Anche dal punto scientifico l’efficacia di questi presìdi è riconosciuta. Secondo uno studio effettuato nelle Marche dalla Fondazione David Hume questi impianti abbattono il rischio di infezione da Covid 19 dell’80%. Senza contare gli effetti positivi sugli altri agenti inquinanti e che non si limitano alla pandemia. Alla luce di questo e di altri pareri più di battaglia parlerei di impegno per riaffermare tra i colleghi in Parlamento l’oggettività dei dati.
Il Ministero dell’Istruzione ha cambiato denominazione ed è diventato Ministero dell’Istruzione e del Merito. Cosa ne pensa a riguardo, soprattutto di chi pensa che questo possa essere definita come un’esclusione?
Penso innanzitutto che chi parla di esclusione debba confrontarsi con l’articolo 34 della nostra Costituzione: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. Detto questo, il ‘merito’ – è il caso di dirlo – del Ministro Valditara è anche quello di aver riacceso i riflettori sulle criticità di una scuola impaludata da un certo classismo, valorizzando proprio il merito quale ascensore sociale e volano per un’autentica uguaglianza delle opportunità.
Le cronache dei quotidiani e dei siti ci riportano atti di violenza nei confronti degli insegnanti. Si parla di emergenza educativa. Qual è la sua idea in merito?
Credo che l’emergenza educativa riguardi tutti: la scuola, la famiglia, la politica, il mondo dello sport… Non può essere un argomento da attribuire ad uno specifico ambito, questo significa avere già rinunciato ad educare. E non può essere un argomento da salotto, che emerge soltanto quando lo leggiamo o vediamo sui giornali o sui social. Aggiungo che è una questione che riguarda soprattutto gli adulti. Gli episodi di violenza in classe sono l’effetto dell’emergenza educativa non la causa. Penso inoltre che questi episodi, che dobbiamo contrastare, richiedano a tutti un carico di responsabilità maggiore. Non basta trovare la giusta punizione. Serve interrogarsi più a fondo. Che cosa chiediamo ai nostri giovani? Qual è la fiducia che accordiamo loro, quali sono le regole che diamo, che senso hanno i nostri “no” e i nostri “sì”. Le punizioni, le ammende, che pure sono essenziali, non bastano ad educare. Educare non è correggere, l’autorevolezza è diversa dall’autorità. Ai giovani dobbiamo essere in grado di comunicare valori. Credo che la chiave dell’emergenza educativa stia tutta qui, nella mancanza di riferimenti valoriali.
Altro tema importante è quello che riguarda gli studenti con disabilità. Come fare per tamponare l’emergenza docenti di sostegno, sempre troppo pochi?
Il Ministro ha parlato in due occasioni di voler potenziare le procedure di reclutamento introdotte dal DL 36, convertito nella Legge 79/2022. Inoltre ha fatto riferimento a docenti tutor che siano anche consulenti delle famiglie e che possano affiancare il percorso di studenti con maggiori difficoltà. Queste due dichiarazioni sono un primo indizio programmatico per dare risposte ai nodi più urgenti della scuola, ma bisognerà aspettare i prossimi passi per definire meglio, misura per misura, questa strategia.
La questione del precariato è seria e reale, come si può superare il problema nel breve e nel lungo periodo?
Proprio nei giorni scorsi il ministro Valditara ha proposto l’istituzione di un tavolo di confronto tra la segreteria tecnica del ministero e le strutture tecniche sindacali. Da porre sul tavolo c’è certamente anche il tema del precariato e delle stabilizzazioni, che sono evidentemente un tema economico. C’è stata disponibilità a trovare risorse con la legge di bilancio. Credo che questo atteggiamento sia quello giusto per trovare soluzioni a breve e lungo termine. Ad ogni modo qualsiasi soluzione non può prescindere dal dialogo con le parti sociali e il ministro Valditara ha già dimostrato di saper ascoltare per poi passare ai fatti, concretizzando ad esempio il rinnovo dei contratti della scuola. Il mondo dell’istruzione aspettava da anni un aumento: sono stati aggiunti 100 euro mensili, oltre a circa 3 mila euro di arretrati. L’accordo riguarda 1 milione e 200 mila lavoratori del mondo scuola. Non pochi. Mi pare che si possa definire un ottimo inizio.