L’appello di Pellai ai genitori: “Basta ansie sui figli, bisogna smettere di farlo. I ragazzi non sono il voto che prenderanno”

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Il conto alla rovescia è iniziato. Manca poco al 19 giugno, data in cui quasi mezzo milione di studenti affronterà l’esame di Maturità. Un appuntamento molto atteso ma anche fortemente temuto, con un carico di ansia che fino a un certo punto è fisiologico e persino utile.

Il miglior alleato per gestire questa ansia è la famiglia. Come aiutare i ragazzi ad affrontare le prove con la giusta mentalità? Come insegnargli a trasformare lo stress in un propulsore per l’esame?

Alberto Pellai, psicoterapeuta, ricercatore e autore di “Allenare alla vita”, spiega a La Repubblica che “gli adulti dovrebbero innanzitutto regolare la propria ansia. Spesso i genitori sono eccessivamente preoccupati e trasmettono questa tensione ai figli, mentre il loro ruolo dovrebbe essere quello di stargli accanto, non di stargli col fiato sul collo. Il messaggio da far passare è: ‘È un esame importante ma lo abbiamo superato tutti, ce la farai anche tu'”.

Una strategia vincente è facilitare lo studio di gruppo o a coppie. Quando i ragazzi si preparano insieme, condividendo la fatica, l’ansia diventa più gestibile, come se fosse contenuta in un recipiente comune. Nei giorni precedenti la Maturità, invece di interrogarli direttamente, è meglio mettere casa a loro disposizione per incontrarsi coi compagni.

A volte i genitori vivono l’esame come se fossero loro a doverlo affrontare, proiettando sui figli le proprie ansie e ambizioni. “Bisogna smettere di farlo – afferma Pellai – I nostri figli non sono il voto che prenderanno.”

Occhi sgranati e facce stremate rischiano solo di aumentare l’ansia dei ragazzi attraverso un contagio emotivo. Meglio seguirli durante tutto il percorso scolastico, valorizzando l’intero tragitto, perché la Maturità è solo l’ultimo traguardo, un ostacolo che anche noi genitori abbiamo superato.

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