L’appello di Cristina Frascà: “Cari prof, siate più umani e meno supereroi. Non siamo medici, né psicologi. L’errore e l’insuccesso fanno parte della vita di tutti noi”

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Con l’avvicinarsi del nuovo anno scolastico, l’insegnante e scrittrice Cristina Frascà, autrice del romanzo “L’ora di felicità”, lancia una riflessione provocatoria ai suoi colleghi: siamo sicuri che per essere dei buoni insegnanti servano superpoteri?

Attraverso le pagine del suo libro e in un’intervista su Il Libraio, Frascà racconta le vicende di Anna Tosetti, un’insegnante precaria che, tra mille difficoltà e imprevisti, scopre che le lezioni più importanti si imparano proprio dagli studenti.

Un messaggio che l’autrice estende a tutto il mondo della scuola, invitando i docenti ad un approccio più umano e meno “da supereroi”, fatto di ascolto, empatia e accettazione dei propri limiti.

“Possiamo essere onesti con i nostri studenti?“, si chiede Frascà. “Vogliamo confessare che l’errore e l’insuccesso fanno parte della vita di tutti noi?”.

L’invito è quello di abbandonare la pretesa di infallibilità e di insegnare ai ragazzi che sbagliare è umano, che dalle difficoltà si può imparare e che la scuola non è solo un luogo di nozioni, ma anche di crescita personale e di relazioni autentiche.

Un appello a guardare oltre i voti e le performance scolastiche, per cogliere il disagio di un banco vuoto, di uno sguardo sfuggente, di un corpo che parla un linguaggio silenzioso ma non per questo meno eloquente.

“Non siamo medici, né psicologi”, conclude Frascà, “ma non siamo qui per caso. Abbiamo sognato questo lavoro… adesso facciamone il nostro capolavoro!”. Un capolavoro che si costruisce giorno dopo giorno, con passione, impegno e la consapevolezza che la vera felicità, a scuola come nella vita, sta nel camminare insieme, insegnanti e studenti, sulla strada della conoscenza e della crescita umana.

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