L’ansia da rendimento scolastico abbassa i voti. “Non dobbiamo formare figli perfetti, ma capaci di affrontare gli insuccessi”. Consigli per genitori e docenti

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Secondo il Journal of Educational Psychology, quando l’ansia prende il sopravvento, non solo si abbassano i voti, ma si crea un meccanismo pericoloso: più si teme il fallimento, più si riduce la concentrazione, e peggiora il benessere emotivo.

Il ruolo delle famiglie: tra incoraggiamento e aspettative

Come genitori è naturale volere il meglio per i propri figli, ma è importante essere consapevoli dell’effetto che alcune dinamiche familiari possono avere. Secondo lo studioStili educativi genitoriali, benessere scolastico e rendimento scolastico in adolescenza” lo stile educativo dei genitori può incidere concretamente sul modo in cui gli adolescenti vivono la scuola. In particolare, i ragazzi che percepiscono i propri genitori come autorevoli – cioè capaci di mostrare affetto ma anche di fissare regole chiare e coerenti – tendono a manifestare maggior benessere nel contesto scolastico e a ottenere risultati migliori.

Al contrario, quando i genitori adottano uno stile autoritario, troppo rigido e poco dialogico, oppure uno stile permissivo, molto indulgente ma privo di guida, i figli tendono a sentirsi meno motivati, più stressati e, spesso, ottengono voti più bassi.

Lo studio ha anche osservato che la percezione di coerenza tra le figure genitoriali ha un ruolo significativo: quando madre e padre trasmettono messaggi educativi allineati, i figli sembrano affrontare meglio il contesto scolastico.

Infine, pur con qualche differenza, entrambi i genitori incidono sul benessere scolastico, anche se il ruolo materno è stato percepito dagli adolescenti in modo più marcato.

Come ha osservato lo psicologo Matteo Lancini: “L’obiettivo non deve essere quello di allevare figli perfetti, ma persone capaci di affrontare gli insuccessi”.

Suggerimenti pratici per genitori e insegnanti

Ci sono piccoli gesti quotidiani che possono fare la differenza nel modo in cui i ragazzi vivono la scuola:

  • dare valore all’impegno più che al voto finale;
  • evitare paragoni con altri compagni o fratelli;
  • osservare segnali come insonnia, irritabilità, perdita di appetito;
  • coinvolgere esperti come psicologi scolastici o pedagogisti se la situazione non migliora.

Nel dialogo quotidiano, può essere utile rassicurarli con frasi come: “Ti voglio bene a prescindere dai tuoi voti” o “Possiamo affrontare insieme le difficoltà”.

Gli studenti tra aspettative e paure

Molti ragazzi riportano di non sentirsi visti per ciò che sono, ma solo per ciò che riescono a fare. L’uso costante dei social media, che esalta successi e performance, può accentuare questa sensazione.

Una ricerca dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Ansia e dell’Umore segnala che:

  • oltre il 60% degli studenti vede un brutto voto come un fallimento personale;
  • circa il 40% non si sente libero di parlare delle difficoltà scolastiche in famiglia.

Un primo passo per spezzare questo meccanismo può essere costruire spazi di ascolto autentico, anche a scuola, in cui gli studenti possano parlare senza paura di essere giudicati.

Il ruolo della scuola: perché una valutazione formativa

La valutazione formativa si distingue dalla valutazione sommativa perché non ha l’obiettivo di classificare gli studenti, ma di accompagnare il loro percorso di apprendimento, fornendo feedback costanti e costruttivi. Questo approccio può essere un valido alleato nel superamento dell’ansia da prestazione degli studenti perché si concentra sul processo e non solo sul risultato finale. Inoltre si concentra sui progressi e le aree di miglioramento, superando il concetto di voto e valutazione che può essere interpretato anche in senso “punitivo”. 

Un antidoto all’ansia? Probabilmente no, ma se non elimina la competitività, toglie quella che si può classificare come “malsana”, valorizzando i diversi tempi e modi di apprendere, nonché rafforzando il legame educativo, facendo percepire l’insegnante come colui che li accompagna e non li giudica.

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