L’anno che verrà. Lettera
Inviata da Pier Paolo Segneri – Cari ragazzi, nell’anno che verrà affronterete l’Esame di Stato, la Maturità, e sarà un punto d’arrivo. Anzi, sarà soprattutto un luogo di ripartenza. Un vero e proprio luogo fisico della vostra vita. Perché è da lì che dovrete ricominciare il vostro cammino. Per andare avanti… verso nuovi orizzonti. Verso l’alba… perché i sogni finiscono all’alba. Verso il Sole… perché possa illuminare il vostro cammino. Verso la Luna e le stelle… perché possiate continuare a credere nei vostri sogni. Sempre.
Cari studenti di Quinta, come sapete già, noi esseri umani siamo corpo, testa e cuore. Oltre all’istinto, oltre alle pulsioni, oltre agli impulsi… siamo corpo, testa e cuore. E la persona davvero forte agisce con amore, per amore, nell’amore. Cioè, unisce e riunisce insieme tutt’e tre queste componenti umane.
Innamoratevi della cultura, della lettura, della conoscenza. Innamoratevi dell’anno che verrà. Date corpo alla vostra evoluzione interiore perché il corpo è la forma. Date forma al vostro percorso di crescita e miglioramento. Siate sempre in evoluzione. Passo dopo passo. Millimetro per millimetro. Nell’anno che verrà, metteteci soprattutto corpo, testa e cuore.
Perché la forza che vi chiederò di allenare e di esercitare, anche quest’anno, sarà quella interiore. È l’umiltà. E sono felice ogni volta che penso a quanta forza ci sia in voi ragazzi della Quinta! Incanalate tale forza, allora, lungo gli argini della crescita. Siate liberi. Siate responsabili. Siate ciò che siete. Anche sbagliando.
Lo ammetto. È piena Estate e penso a voi, penso a ciascuno. Uno per uno. Perché siete unici. E anche perché siete persone speciali. Almeno lo siete per me. Quest’anno mi aspetto da tutti voi un salto di qualità. Non di quantità, ma di qualità. Capito?
È la prima volta che, nella mia intera carriera scolastica, sono rimasto il docente della stessa Classe dalla prima superiore fino alla Quinta, ininterrottamente. Non mi era mai capitato finora. E ne sono felice perché è capitato proprio con voi. Bellissimi.
Cari studenti, la forza, a mio parere, ma potete pensarla anche diversamente da me, si riconosce dalla sensibilità spiccata, dalla capacità d’ascolto e dialogo, dall’amore per quello che facciamo, dal rispetto per noi stessi e per gli altri, dall’umiltà e dagli occhi.
Ciò che facciamo a scuola, quindi nella nostra vita (e vale soprattutto per la vita), non deve essere dettato dalla paura indotta da chi si dimostra più feroce di noi e nemmeno dalla rabbia, dalla violenza, dal disprezzo (anzi, al contrario!) e neppure dalle conseguenze disciplinari, dalle minacce, dai ricatti di qualsivoglia genere, ma dalla comprensione delle regole, delle regole assunte, la regola e il rispetto delle regole di convivenza civile sono la forza… ma è necessario che ciò dipenda dalla nostra coscienza, dalla responsabilità personale, dalla nostra consapevolezza, dalla comprensione, dall’armonia interiore, dall’amore per il prossimo, dalla percezione dell’altro.
La paura, infatti, può essere un freno che ci rende sudditi o uno stimolo che ci aiuta ad essere responsabili. Dipende. Dipende da voi e dalla vostra forza interiore. E va bene anche l’errore.
Ora vola… Classe Quinta, vola con il sorriso e con gli abbracci veri di chi affronta – insieme – la paura. Ma come? Semplice: con la Bellezza, con la dedizione per le cose o per le persone che amiamo… con la cura della libertà, come una farfalla che, fragile e forte, lascia il barattolo, il circo, la scuola per andare verso il futuro, verso l’orizzonte… libera e bella!
Ho sempre pensato a noi come ad una storia d’amore. E so che non finisce con la fine della scuola. Non finirà neppure tra un anno. Questo che verrà sarà l’anno più bello. Abbracciamoci come abbiamo sempre fatto. Parliamo, ascoltiamoci reciprocamente, guardiamoci. Continuiamo a guardarci, oltre che a vederci. Peccato soltanto dover ammettere che Settembre sarà l’inizio della fine. Tra un anno ci saluteremo e, poi, ciascuno andrà per la sua strada. Perché ognuno di voi, giustamente, andrà incontro alla vita. È giusto così. E va bene lo stesso, anche se tra noi fosse un addio. Non importa quello che sarà perché è l’amore di oggi quello che conta… L’importante è che voi portiate sempre con voi questo amore.