Lancini: “Alcuni figli più maturi dei genitori. Attenzione alla ‘sana disattenzione'”. Gli adulti devono fornire confini chiari

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Nel dibattito sollevato dalle dichiarazioni di Stefano Accorsi, è intervenuto Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, autore di Chiamami adulto. Come stare in relazione con gli adolescenti, edito da Raffaello Cortina. In un’intervista rilasciata a Fanpage.it, lo studioso ha proposto un’analisi che si discosta da quella espressa dall’attore, spostando il focus della riflessione sulla relazione tra adulti e adolescenti.

Ha sostenuto che i giovani contemporanei manifestano un livello di responsabilità che, in molti casi, supera quello dei loro genitori nella stessa fase della vita. Lancini ha evidenziato inoltre come spesso i ragazzi interagiscano con figure adulte che, pur occupando un ruolo educativo, faticano a costruire relazioni realmente significative e orientate alla crescita personale.

L’equilibrio tra presenza educativa e autonomia

Il concetto di “sana disattenzione”, citato dallo stesso Lancini durante l’intervista, è stato proposto in ambito pedagogico come risposta alla tendenza al controllo eccessivo nei confronti dei minori. Daniele Novara, pedagogista e fondatore del CPP (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti), ha sottolineato come una presenza educativa troppo invasiva possa ostacolare lo sviluppo dell’autonomia. Secondo Novara, è necessario “saper fare un passo indietro” per consentire ai figli di sperimentare il fallimento e sviluppare competenze decisionali.

Allo stesso tempo, autori come Alessandro D’Avenia mettono in guardia da una deriva verso l’indifferenza, dove l’assenza di attenzione viene confusa con il rispetto dello spazio personale. In L’arte di essere fragili, D’Avenia ribadisce l’importanza della “presenza discreta”, che non rinuncia all’ascolto ma evita l’invadenza.

I rischi di una visione semplificata

Gli esperti condividono che l’idea di “sana disattenzione” può risultare ambivalente se non accompagnata da un preciso orientamento educativo. A supporto, gli studi internazionali, come quello di Laurence Steinberg (Temple University), evidenziano come gli adolescenti abbiano bisogno di adulti in grado di fornire confini chiari e, al contempo, favorire l’espressione dell’identità personale. L’assenza di supervisione, specie nei momenti critici, può tradursi in un vuoto di riferimento.

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