“Lacrime per un 9,5 invece che 10?” Sui social è bufera per lo sfogo online di un’alunna. Interviene anche Roberto Burioni

Piangere per un 9,5? Succede, eccome se succede. Lo sfogo di una studentessa su TikTok apre un dibattito infuocato sulla scuola, tra chi ironizza sui voti di una volta e chi si preoccupa per la pressione sui giovani. Da aneddoti esilaranti a riflessioni profonde, il web si scatena.
Il post su Tik Tok
La ragazza confessa di non giudicare chi si commuove per un voto alto, come un 9,5, non perché non sia un buon risultato, ma per la frustrazione di non aver raggiunto la perfezione, soprattutto se paragonato al 10 di un compagno. L’ammissione della studentessa ha scatenato un acceso dibattito online, raccogliendo commenti di ogni tipo, da chi ironizza sulla pressione scolastica a chi si preoccupa per la salute mentale dei giovani. Il post è diventato virale, aprendo una finestra sul mondo degli studenti e sulla loro competitività, a volte esasperata.
Tra ironia e preoccupazione, il web si divide
La confessione della studentessa ha scatenato reazioni contrastanti. C’è chi, come il virologo Roberto Burioni, ricorda con ironia i tempi del liceo classico, quando “i voti sopra l’8 erano come l’abominevole uomo delle nevi”. Altri utenti scherzano sulla propria esperienza scolastica, raccontando di voti ben più bassi e della capacità di sopravvivere senza traumi. Non mancano però le voci preoccupate, come quella di chi ha vissuto in prima persona il dramma dell’anoressia legata alla pressione per i voti alti in una nipote. Il dibattito si allarga, toccando temi delicati come la competizione tra studenti, l’importanza del voto e la necessità di un supporto psicologico adeguato.
La scuola tra meritocrazia e benessere psicologico
Inevitabilmente il post apre interrogativi più ampi. Se da una parte, la meritocrazia spinge gli studenti a dare il massimo, dall’altro la pressione per raggiungere la perfezione può avere conseguenze negative sulla salute mentale.
Il post su TikTok, dunque, può diventare un’occasione per riflettere sull’importanza di un ambiente scolastico che sappia valorizzare l’impegno di ogni studente, senza trasformarlo in una corsa ossessiva al voto più alto. La competizione, se ben gestita, può essere uno stimolo alla crescita, ma non deve mai mettere a repentaglio il benessere psicologico delle alunne e degli alunni.