L’accoglienza in prima superiore: alcuni suggerimenti per i docenti e un modello di piano scansionato da scaricare
Le prime impressioni, nella nostra vita, nei nostri rapporti amicali, quando incontriamo la persona più importante per noi, quando visitiamo un albergo, o ci immergiamo in un caleidoscopio di emozioni pittoriche o, comunque, artistiche, contano, soprattutto quando parliamo del primo giorno di scuola. Gli studenti arrivano a scuola, davanti l’ingresso, e poi nell’atrio sino a giungere in classe (talvolta passando per le palestre) con un mix di emozioni. La maggior parte di essi, però, è praticamente nervosa. Le ragioni variano da bambino a bambino, da ragazzo a ragazzo. Gli alunni, qualunque sia la loro età, tendono a sentirsi ansiosi all’idea di iniziare un nuovo anno scolastico, spesso non conoscendo, questo è il caso di tutti i primi anni, neppure la struttura fisica della scuola. Ciò non è necessariamente una cattiva cosa; un po’ di ansia è normale, perfino salutare in ciascuno di noi. Tuttavia, i docenti, con la loro esperienza e la loro capacità di ascolto e di empatica comunicazione, possono fare molto per garantire che le loro aule siano sicure e accoglienti il primo giorno di scuola.
Saperne di più sull’appartenenza
Pensando di essere all’avanguardia, garante delle libertà individuali, talvolta invitiamo gli studenti a “sedersi dove vogliono” il primo giorno di lezione. Con nostro rammarico, però, notiamo che più di uno studente è stato posto nella situazione molto imbarazzante di essere schivato o addirittura allontanato da un posto possibilmente il più delle volte riservato per un amico. La nostra disattenzione (parliamo sempre del primo giorno di scuola) aveva fatto sì che alcuni studenti si sentissero degli estranei non graditi. In una scuola inclusiva, dell’inclusione, garante delle individualità, coesa e quant’altro, ciò non è proprio il massimo. Assegnare i posti prima dell’inizio dell’anno (per il primo giorno, o i primi giorni, in maniera particolare) è facile a qualsiasi livello scolastico. Basta numerare i posti. Il primo giorno, come consiglio (da provare e verificare) sarebbe utile consegnare a ogni studente un numero nel frattempo entra nell’aula. Se ci si rende conto, però, che Alessio e Antonio non dovrebbero essere seduti uno vicino all’altro, si può sempre portare delle modifiche. Modifiche che è consigliabile verificare, passo dopo passo, evitando, così, quelle spiacevoli situazioni che, solitamente, indeboliscono il gruppo classe.
Utilizza i nomi degli studenti fin dal primo giorno
Il più velocemente possibile, sarebbe utile chiamare gli studenti per nome. Evitiamo cliché appartenenti agli anni Trenta del secolo scorso. Gli alunni hanno sì un cognome ma prima ancora una identità che vive e si radica nel proprio nome. A qualunque età. Dunque, chiaramente, anche a scuola secondaria, di primo e si secondo grado. Gli studenti possono essere invitati a realizzare delle targhette adesive con i loro nomi da incollare sui banchi e, altri, da consegnare al docente che, così, completa il puzzle della classe sulla propria cattedra. Invitali, sempre il primo giorno, dopo essersi presentati, a scrivere il loro nome utilizzando un pennarello. Ciò consente al docente in classe di fare riferimento a ciascuno di loro per nome fin dal primo giorno di scuola che, in molti casi, sarà la prossima settimana. Usare il nome dello studente crea un senso di familiarità che avvicina allo studio, non li allontana e neppure, statene certi, crea confidenza. La familiarità non deve essere scambiata con un rapporto confidenziale e intimo. Che, inutile dirlo, è la paura di certa classe docente.
Non limitarti a presentarti. Condividi la tua storia
Quando hai iniziato a insegnare? Perché hai iniziato a insegnare? Cosa ti spinge, giornalmente, a condividere con i tuoi alunni questo viaggio appassionante nella disciplina che insegni? Dopo anni di insegnamento è possibile che accada di dimenticare ciò che ci ha portato ad insegnare. Quale spinta abbiamo avuto dentro e a quante rinunce siamo stati abituati. Condividere le nostre storie con i nostri alunni non solo li aiuta a conoscerci meglio, a capirci, a vivere empaticamente, ma ci ricorda anche il percorso che abbiamo compiuto e quanto, in alcuni casi, è stato complesso e le rinunce (per i tanti che abbiamo insegnato fuori dalla propria regione) fatte in nome dell’ideale che abbiamo deciso di vivere con intensità e amore. Non importa quanto vecchia ti sembri la storia che abbiamo vissuto, è totalmente nuova per la tua nuova classe, per i tuoi studenti. Vivi dentro di loro e conquista la loro stima e la loro fiducia.
Date loro qualcosa per ricordarsi del primo giorno: il KIT accoglienza dell’Istituto Tecnico “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Partinico
È splendido iniziare l’anno scolastico donando qualcosa ai propri alunni. Qualcosa da utilizzare sin dal primo giorno di scuola. La proposta è quella dell’Istituto Tecnico “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Partinico (PA) diretto con una inusuale e strabiliante capacità comunicativa e relazionale dal dirigente scolastico Angelo Nasca. Proposta contenuta nell’allegato con oggetto “Attività di accoglienza classi prime” e che prevede, tra le altre miriade di attività e idee, anche un Kit accoglienza per quella molteplicità di attività che la scuola (fatta da un caleidoscopio di professionalità e di competenze) ha pensato per gli alunni del primo anno di tutti gli indirizzi di cui dispone l’Istituto. Una scuola che – come ha sottolineato il dirigente scolastico prof. Angelo Nasca – guarda alla vera ricchezza della scuola: l’alunno. Un alunno che, non solo a parole ma con i fatti, diventa centrale e punta di diamante.
Enfatizzare ciò che gli studenti possono fare, non ciò che non possono
Quando si tratta di creare regole di classe, norme sulle quali costruire un processo virtuoso di convivenza, usare la voce positiva è utile. “Non gridate”: verrebbe da dire usando le parole di un grande preside. E poi, invitiamo a leggere i regolamenti dell’Istituto. Il citato Istituto Tecnico “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Partinico, per esempio, nel validissimo documento prevede che “i docenti di Diritto illustrano il Regolamento d’Istituto e il Patto di corresponsabilità, anche attraverso un PPT o proponendo un gioco sulle norme e le sanzioni”. Ciò rende coinvolgente la lettura del più importante strumento regolamentare della scuola. Impariamo anche noi a convivere a partire dai dubbi e dalle richieste di delucidazioni che vengono dai nostri alunni”.
Prometti di dare il meglio di te
È molto comune, come scelta, quella compiuta da molti docenti di chiedere agli studenti di dare il meglio di sé, di essere il meglio di sé, di dimostrare rispetto per se stessi e di valorizzare l’apprendimento. In una classe calda e accogliente, però, gli insegnanti è il caso che invertano il punto di vista, lo modellino alla necessità di cambiare il punto di vista di questa scuola stereotipata. Potremmo essere noi, stavolta, a partire da questo anno scolastico a promettere, ai nostri alunni, di dare il meglio ai nostri alunni. Impegniamoci a essere la “svolta” della scuola che guarda al rinnovamento con una vera attenzione e una moderna visione dell’altro. Può essere semplice, per esempio, dire ai nostri alunni: “Lavorerò duro per te. Ti spingerò a costruire il futuro che vuoi e lavorerò con te per darti quelle competenze utili a diventare “uomo” e “cittadino” di oggi, e, solo dopo, di domani”. “Come dovremmo fare sempre, richiederò il vostro meglio e vi darò il mio meglio”. Non è difficile. Semplicemente serve il nostro impegno, oggi più di prima.
Contattare le famiglie, come CdC, prima della fine della prima settimana
L’uso del sistema di gestione dell’apprendimento, che oggi ha la possibilità di servirsi di registro dei voti ed e-mail, dovrebbe consentire a tutti i Consigli di Classe, di inviare un’e-mail con una nota personalizzata sul primo giorno di scuola a tutti gli alunni. Non è fantascienza e neppure impossibile. Se si prende nota su tutto quello che accade durante la prima e la seconda giornata di scuola, puoi condividere, ai genitori e, per il loro tramite, agli alunni, analisi positive peculiari nel tuo messaggio. Positive. Solo motivazionali i messaggi da inoltrare ai nostri genitori. I genitori lo apprezzeranno e lo interpreteranno come un segno che il CdC è fatto da insegnanti coscienziosi e che la scuola è attenta davvero alle famiglie.
La presentazione dell’Indirizzo di studi e il dialogo motivazionale
Presentazione dell’Indirizzo di studi e dialogo motivazionale sono centrali in questo percorso da iniziare, più di quanto si possa immaginare. Per questa ragione l’Istituto Tecnico “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Partinico (Pa) ha sottolineato che “i docenti avvieranno un dialogo motivazionale per conoscere meglio gli alunni e i motivi della loro scelta (perché hanno scelto questo indirizzo e questa scuola, cosa conoscono delle materie fondamentali, cosa si aspettano da questo percorso, quali sono le loro paure o preoccupazioni?). Ove possibile si inviteranno in classe piccoli gruppi (massimo 3) di alunni delle classi terminali (quarte e quinte) per rispondere alle domande e curiosità da parte degli alunni”. La scuola che fa la differenza deve essere davvero capace di essere replicabile come modello organizzativo, gestionale, metodologico e didattico. Rendiamo davvero unica questa lunga esperienza dei nostri alunni nelle nostre scuole.