La volta in cui la maestra tagliò i capelli agli alunni perché troppo lunghi (alla Beatles). Cosa farebbero oggi i genitori?

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Giacomo Poretti, durante una conversazione con lo psichiatra Paolo Crepet, ha raccontato un episodio curioso della sua infanzia scolastica, risalente agli anni ’60. L’attore ha ricordato che, all’età di otto anni, due suoi compagni di classe avevano deciso di farsi crescere i capelli per imitare i Beatles, allora all’apice del successo.

Secondo il suo racconto, la maestra, dopo aver ripetutamente chiesto ai ragazzi di tagliarsi i capelli, ha deciso di intervenire personalmente: “Un giorno è venuta in classe con le forbici e gli ha tagliato i capelli”.

Un’epoca diversa

Poretti ha sottolineato come, all’epoca, un simile gesto non abbia suscitato reazioni particolari, né da parte degli alunni, né da parte dei genitori. In un’epoca caratterizzata da una maggiore rigidità disciplinare, episodi del genere erano considerati accettabili.

L’attore ha poi osservato come oggi una simile vicenda verrebbe accolta in modo molto diverso, facendo notare, con un sorriso rivolto a Crepet: “I genitori, adesso, tu lo sai cosa farebbero”.

Proviamo a rispondere alla provocazione del Poretti

Diciamo che se negli anni 60 la maestra riteneva che i capelli fossero troppo lunghi, Zac. Colpo di forbici e problema risolto. I genitori? Probabilmente ringraziavano pure: “Una preoccupazione in meno!”.

Oggi, una scena del genere è impensabile. Prima ancora che la forbice si avvicini alla testa dello studente, il genitore medio avrebbe già allertato il dirigente scolastico, il consiglio d’istituto e forse anche un avvocato. O meglio, prima l’avvocato.

Genitori-supereroi o insegnanti sotto assedio?

Un esempio estremo, ma che rende l’idea del mutamento tra insegnanti e famiglie. La “fiducia cieca” da parte dei genitori non esiste più, ma si va ben oltre, criticando quello che è il campo stesso del docente: è stato troppo severo? Troppo poco empatico? Il voto è giusto? La giustizia scolastica è più complicata di un processo in tribunale.

Ma chi ha ragione?

Forse la verità sta nel mezzo. Se da una parte è positivo che oggi ci sia più attenzione ai diritti degli studenti, dall’altra il rischio è che l’autorità degli insegnanti venga svuotata di significato. Un tempo, la scuola decideva e i genitori annuivano; oggi, ogni decisione viene analizzata, contestata e messa ai voti.

E allora, alla domanda di Giacomo Poretti: “I genitori, adesso, lo sai cosa farebbero?”, la risposta è semplice: dipende. Ma una cosa è certa: non se ne starebbero zitti.

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