La visita degli studenti all’aeroporto militare di Ghedi finisce in polemica. 200 docenti infuriati: “Il fascino indiscreto della guerra”

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Ghedi, uno degli aeroporti militari più importanti d’Italia, è da anni meta di visite di studenti di ogni età, dalle elementari all’università. Ma in tempi di tensioni internazionali e di conflitti combattuti, la polemica si accende.

Duecento insegnanti bresciani hanno firmato una lettera intitolata “Il fascino indiscreto della guerra”, criticando le visite degli studenti alla base. Una docente scrive: “Ghedi è una base militare da cui più volte si sono alzati in volo aerei con il loro carico di morte”.

La lettera attacca anche il Ministero per la sua promozione di “proposte formative a sfondo militare”. I docenti scrivono: “Mentre assistiamo impotenti allo sgretolarsi del diritto umanitario, vediamo un fiorire di iniziative che esortano le scuole a far partecipare gli alunni a visite a mostre d’armi, a basi militari, a parate…”.

L’Aeronautica Militare, che gestisce la base di Ghedi, difende le visite degli studenti. Il colonnello pilota Luca Giuseppe Vitaliti spiega: “L’iniziativa ‘Mettiamo le Ali ai nostri Sogni’ non è uno strumento di propaganda, ma di ispirazione ai migliori valori”.

Il colonnello Vitaliti sottolinea che la base è “un presidio di pace” e uno strumento del Diritto internazionale umanitario. Aggiunge che le visite degli studenti sono numerose e che i ritorni sono positivi.

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