La violazione della privacy ed il corretto utilizzo del protocollo nella trasmissione del procedimento disciplinare
Una DSGA ha segnalato una presunta violazione delle norme sulla protezione dei dati personali in relazione alla gestione di un procedimento disciplinare a suo carico. Nello specifico, la ricorrente ha evidenziato criticità nelle modalità di protocollazione di una comunicazione che la riguardava. Tale comunicazione faceva riferimento alla trasmissione di documenti all’Ufficio scolastico territorialmente competente, necessario per la valutazione della sua condotta. Il procedimento disciplinare, avviato nei suoi confronti, è stato successivamente archiviato.
L’utilizzo corretto del protocollo esclude violazioni
Il Garante per la Privacy, nel provvedimento consultabile come doc. web n. 3674404, ha esaminato il caso alla luce della normativa vigente, in particolare l’art. 55-bis, terzo comma, del d.lgs. n. 165/2001. La disciplina prevede che, in caso di sanzioni disciplinari di particolare gravità, la valutazione spetti a un ufficio specificamente individuato dall’amministrazione. Di conseguenza, la trasmissione della documentazione necessaria a tale ufficio deve avvenire indipendentemente dal consenso dell’interessato.
Nel caso analizzato, il Garante ha verificato che il Dirigente Scolastico ha utilizzato un protocollo riservato per gli atti contenenti dati personali della DSGA – come il registro delle presenze – destinati all’ufficio competente. Per la semplice comunicazione di avvenuta trasmissione, invece, è stato impiegato il protocollo ordinario, ritenuto idoneo dal titolare del trattamento in quanto non contenente informazioni sensibili.
Alla luce di tali elementi, il Garante ha ritenuto che le modalità seguite nella gestione del procedimento disciplinare non siano in contrasto con la normativa sulla protezione dei dati personali. Di conseguenza, l’opposizione della ricorrente è stata dichiarata infondata.
