La valutazione evolutiva come motore di motivazione e apprendimento. Lettera

Inviata da Simone Billeci – Il recente intervento del pedagogista Daniele Novara, riportato su Orizzonte Scuola il 10 gennaio, rappresenta uno stimolo prezioso per ripensare il sistema di valutazione scolastica in un’ottica più formativa e umanizzante. La proposta di una “valutazione evolutiva”, contrapposta alla logica sommativa fondata sulla media matematica dei voti, non solo si allinea a principi pedagogici avanzati, ma trova solide radici anche nella psicologia motivazionale.
La critica alla logica sommativa
Novara mette in luce uno dei principali limiti della valutazione sommativa: il rischio di demotivare gli studenti che, partendo da una situazione di difficoltà iniziale, vedono davanti a sé un traguardo apparentemente irraggiungibile. Questo approccio, basato su un accumulo di numeri e medie, non considera l’intero percorso di apprendimento, ma si focalizza sul risultato statico. Di fatto, ignora la complessità del processo educativo, che non è lineare né omogeneo.
Un alunno che passa da un 3 iniziale a un 7 finale ha dimostrato non solo di aver colmato le proprie lacune, ma anche di aver sviluppato competenze, consapevolezza e impegno. Penalizzarlo con una media che non rappresenta il suo miglioramento significa vanificare i suoi sforzi, riducendo il valore educativo dell’apprendimento. Questo effetto negativo è ampiamente riconosciuto anche dalla psicologia: sentirsi costantemente giudicati in base agli errori passati può creare un blocco mentale, una sorta di learned helplessness (impotenza appresa) che disincentiva il desiderio di migliorare.
La forza della valutazione evolutiva
La proposta di Novara, invece, si basa su una valutazione che riconosce il progresso come valore fondamentale. La cosiddetta “valutazione evolutiva” considera lo studente non come un numero, ma come un individuo in crescita, capace di apprendere attraverso tentativi, errori e successi. Questo approccio trova un forte sostegno nella teoria psicologica del growth mindset (mentalità di crescita), sviluppata da Carol Dweck, secondo cui le persone che credono nella possibilità di migliorare attraverso l’impegno e l’apprendimento sono più motivate e resilienti.
La valutazione evolutiva promuove proprio questa mentalità: gli studenti vedono i loro progressi riconosciuti e premiati, rafforzando la fiducia nelle proprie capacità e il desiderio di apprendere. Non si tratta di ignorare gli errori, ma di contestualizzarli come parte di un percorso formativo, anziché trasformarli in una condanna definitiva.
Motivazione e benessere psicologico
Un altro aspetto fondamentale evidenziato da Novara è l’impatto emotivo della valutazione. La scuola, come ambiente educativo, dovrebbe sostenere il benessere psicologico degli studenti, aiutandoli a sviluppare autostima e fiducia in sé stessi. Un sistema che si limita a sommare voti, senza considerare il momento o il contesto in cui sono stati ottenuti, rischia di generare ansia, senso di inadeguatezza e disaffezione verso lo studio.
L’approccio evolutivo, al contrario, offre una prospettiva più umana, in cui ogni studente è incoraggiato a migliorare, senza essere schiacciato dal peso dei propri errori iniziali. Questo non significa abbassare gli standard o ignorare le difficoltà, ma piuttosto fornire una valutazione che abbia un valore formativo e motivante. Gli studenti, in questo modo, imparano a vedere l’apprendimento come un processo continuo e gratificante, anziché come una gara per accumulare voti.
Prospettive di applicazione
È vero che le indicazioni ministeriali già incoraggiano una valutazione che vada oltre la semplice media matematica, ma nella pratica scolastica spesso prevale un approccio conservatore, più legato alla tradizione che alle esigenze reali degli studenti. La sfida, quindi, è duplice: da un lato, sensibilizzare i docenti sull’importanza di adottare una visione evolutiva della valutazione; dall’altro, fornire strumenti concreti per integrare questa prospettiva nelle prassi quotidiane.
La riflessione di Daniele Novara offre un’occasione preziosa per ripensare il sistema di valutazione scolastica in un’ottica più educativa e inclusiva. Valutare significa etimologicamente “attribuire valore” e, in un contesto scolastico, questo valore dovrebbe riflettere non solo il risultato, ma anche il percorso, l’impegno e la crescita dello studente.
Adottare un approccio evolutivo non è solo una scelta pedagogica, ma un atto di fiducia verso gli studenti e il loro potenziale. È il modo per trasformare la scuola in un luogo dove imparare non è una corsa ad ostacoli, ma un viaggio di scoperta e crescita personale.