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La valutazione della Primaria ad un anno di distanza: in allegato un esempio di rubrica

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Quali risultati della nuova valutazione per la scuola Primaria a distanza di un anno dal suo ingresso ufficiale nella scuola italiana? A partire dall’anno scolastico 2020-21, nella Scuola Primaria, la Valutazione periodica e finale degli apprendimenti degli alunni nelle singole discipline di studio previste dalle Indicazioni Nazionali compresa l’Educazione Civica, avviene con l’attribuzione di giudizi descrittivi e non più voti, come prevede l’OM n°172 del 4 dicembre 2020 con le allegate linee guida, prevede. La scuola primaria, quindi, è stata chiamata ad attuare la valutazione per l’apprendimento che “precede, accompagna e segue” ogni processo curricolare e deve consentire di valorizzare i progressi negli apprendimenti degli allievi”.

Come si è valutato

I docenti, dunque, hanno valutato e continueranno a farlo, per ciascun alunno, il livello di acquisizione degli obiettivi di apprendimento volutamente indicati quale oggetto di valutazione periodica (quadrimestrale e/o trimestrale e/o pentamestrale) e finale. È stato importantissimo superare con immediatezza la logica sottesa al voto, anche perché la valutazione con giudizio descrittivo ha permesso di portare in luce la discrepanza di livello raggiunto nei vari obiettivi di apprendimento di una stessa disciplina che, col voto, non era possibile esprimere.

Cosa è cambiato davvero: lo abbiamo chiesto all’avv. Lucia Zavatteri, dirigente scolastico

Per vedere cosa è cambiato davvero, lo abbiamo chiesto al Dirigente Scolastico dell’I.C. “Giuseppe Moscato” di Reggio Calabria, l’Avv. Lucia Zavettieri, un’icona della managerialità scolastica, alla guida di un istituto che vive la scuola nell’importante dimensione in progress del monitoraggio e della ricerca azione. Qualità e caratteristiche che pongono sul podio della “Buona Scuola” l’istituto Comprensivo Statale “Giuseppe Moscato”, Scuola Dell’infanzia – Primaria- Secondaria di I Grado, di Reggio Calabria. Scuola la cui rubrica di valutazione alleghiamo come esempio di buona pratica.

L’impianto normativo

Questi i riferimenti normativi relativi alla valutazione per la scuola Primaria, con particolare attenzione alla riforma intervenuta con l’Ordinanza ministeriale di dicembre 2020:

  • Decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 16 novembre 2012, n. 254, recante “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”;
  • Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62: decreto valutazione recante “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015, n. 107;
  • Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66 recante “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107”;
  • Legge 20 agosto 2019, n. 92, recante “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”;
  • Ordinanza n 172 del 4 dicembre 2020.

A seguire l’intervista al dirigente scolastico dell’I.C. “Giuseppe Moscato” di Reggio Calabria, l’avvocato prof.ssa Lucia Zavettieri.

Un nuovo cambiamento per la valutazione nella scuola Primaria. Prospettive, documenti, rapporti con i bambini e con i genitori. Cos’è la valutazione in senso descrittivo?

Avv. Zavettieri: «Riconfermando il mio pensiero, espresso lo scorso anno, sottolineo come il cambiamento degli strumenti docimologici è espressione di un paradigma culturale in progress, in costante ripensamento. La cultura della valutazione s’inserisce a pieno titolo nel percorso strategico di miglioramento a cui la scuola è chiamata, un percorso di accurata ponderazione su obiettivi, priorità, traguardi e risultati, in un’ottica di qualificazione dell’intero sistema. Pertanto, essa non pertiene solo agli apprendimenti degli alunni, poiché è un intero sistema scolastico ad essere interessato dalla cultura della valutazione, motore ormai divenuto strutturale nell’avviamento dei processi di improvement e accountability. Non dimentichiamo che oltre alla valutazione degli esiti di apprendimento degli alunni, la scuola valuta i docenti neoassunti, valorizza il personale, si autovaluta attraverso il NIV (RAV-PDM-BS), è valutata da parte del NEV. Lo stesso dirigente è oggetto e soggetto di valutazione. Descrivere analiticamente la valutazione, piuttosto che identificarla sinteticamente e lapidariamente con un numero, è un atto di maggiore trasparenza e di più idonea comunicazione con l’alunno e con la famiglia. Pertanto, il nuovo paradigma docimologico rientra, a mio giudizio, nella vocazione pubblicistica della Pubblica Amministrazione, oltre che evidentemente in quella pedagogico-didattica. Non solo: si tratta di un coinvolgimento più esplicito delle famiglie, solidaristicamente unite nel patto di corresponsabilità educativa che si vede in qualche modo arricchito di un tassello ulteriore».

Finalmente si valuta ciò che effettivamente si fa in classe?

Avv. Zavettieri: «Inutile negare la storia della nostra istituzione “scuola”. La scuola ha da sempre valutato effettivamente ciò che si fa in classe. Lo faceva anche a modo suo la Appendix Probi del IV secondo d.C. nello stigmatizzare gli errori ortografici, prospettiva pedagogica che nel tempo si è arricchita di nuove sfide e di nuove frontiere. Quello che cambia, nei corsi e ricorsi docimologici a cui abbiamo assistito nei decenni, è l’attenzione al processo, piuttosto che esclusivamente al prodotto, un’attenzione dalle importanti ripercussioni metacognitive».

Cosa è cambiato veramente nella valutazione della Primaria?

Avv. Zavettieri: «Come già detto un anno fa, non si tratta di tradurre da un sistema valutativo all’altro. Gli inglesi, ad esempio, dispongono di almeno due parole per inquadrare la valutazione: assessment e evaluation. Direi che il nuovo modello docimologico è sbilanciato verso l’evaluation, piuttosto che verso la misurazione della prestazione, data la sua enfasi sul percorso di crescita disciplinare dell’alunno».

Cominciare da quello che già fanno e da ciò che è consolidato: la progettazione. Avete proceduto pure voi in questa maniera?

Avv. Zavettieri: «E’ quanto mai pertinente associare alla valutazione la progettazione, che fa da cornice al momento valutativo. In altre parole, la valutazione è, o almeno dovrebbe essere, il frutto di quanto progettato, ma anche l’inizio di una riprogettazione che si è arricchita dello sguardo a ritroso. L’effetto di retroazione (feedback) sintetizza pienamente quanto formativa sia la valutazione per l’insegnante, oltre che per l’alunno».

Osservazioni e analisi dei prodotti?

Avv. Zavettieri: «L’osservazione dei prodotti rimane pienamente rappresentata, ma si arricchisce di una visualizzazione privilegiata al percorso osservato, monitorato, presidiato».

Valutazione primaria 2021 2022

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