La valenza del Patto Educativo di Comunità. Lettera
Inviata da Luigi Talienti, dirigente scolastico – Uno strumento di incontrovertibile valenza, per avviare un efficace e proficuo processo di riqualificazione sociale, è sicuramente il Patto Educativo di Comunità, strumento la cui utilizzazione deve essere implementata, per essere impattante e proficua. Ovviamente, l’Istituzione Scolastica, quale agenzia di socializzazione formale, deve farsi promotrice per la promozione di tale buona prassi, al fine di avviare collaborazioni virtuose, non virtuali, all’interno della compagine sociale, così come statuito dalla legge 107 del 2015, sulla Buona Scuola.
La comunità Educante, oltre ad erudire i propri discenti, ha l’onere e onore di contribuire alla formazione della persona e del cittadino, orientando all’interiorizzazione dei valori etici, morali e civici, che sovraintendo il regolare svolgimento della vita comunitaria. Per accompagnare e supportare il processo di maturazione dei nostri studenti è necessario, aprioristicamente, rafforzare il rapporto di continuità orizzontale con le famiglie, le quali devono essere, a pieno titolo, protagoniste di tale
percorso e non relegate ad una presenza episodica e circostanziata, così come statuito dall’ articolo 2048 del codice civile, sulla corresponsabilità in educando e in vigilando, oltre alla nomenclatura ermeneutica di principi pedagogici e sociologici di indubbia rilevanza.
Al fine di tramutare il progetto educativo in progetto formativo per la vita, di guisa, è necessaria la compartecipazione di tutti gli attori sociali e istituzionali del territorio, nel rispetto dei propri compiti e dei propri ruoli, nell’adozione di azioni condivise in contrasto con fenomeni di devianza e di prevenzione rispetto ad una casistica, ancora oggi di consistenza statistica troppo elevata, di dispersione scolastica esplicita ed implicita. Tali interventi devono essere improntati necessariamente su una preliminare campagna di sensibilizzazione sulla valenza delle collaborazioni sinergiche e interistituzionali, che non veda
nessuno escluso ma che, al contrario, presupponga la partecipazione proattiva di tutti. Perché tutti insieme si diventa inevitabilmente più forti, oltrepassando le criticità e le limitazioni del singolo. Difatti, ognuno con le proprie risorse professionali, può contribuire alla concreta realizzazione di interventi strutturati e permanenti, senza aggravi di spesa e con la piena valorizzazione delle proprie competenze.
Con i Patti educativi di comunità, pertanto, si segna un ulteriore passo in avanti verso un modello educativo delle persone e dei cittadini, orientato alla cooperazione, offrendo occasione di pluralità. La Scuola si pone al centro di tale processo di innovazione, pienamente riconosciuto dal Ministero dell’ Istruzione, come si evince nel Piano Scuola 2020-2021, agli Enti Locali è affidato il compito di promuovere i Patti Educativi di Comunità, anche attraverso l’organizzazione di prodromiche Conferenze di Servizio.
Attraverso tali strumenti è possibile gestire problematiche a valenza trasversale, con soluzioni di impatto di indubbia rilevanza. A titolo esemplificativo, considerato l’art. 14, co. 2, Legge 320/2000, si può cooperare per la realizzazione di un efficace progetto individuale, volto a promuovere l’inclusione piena e assoluta, all’interno della comunità territoriale, dei ragazzi con disabilità e/o con bisogno, partendo dall’anamnesi completa delle loro necessità. Altresì, è possibile lenire gli effetti della cosiddetta povertà educativa, favorendo importanti opportunità di crescita fisica e socio-emozionale dei nostri studenti, non privandosi della possibilità di immaginare la fioritura di talenti e non tarpando le ali, di chi ha diritto di sognare, di acquisire competenze e abilità che conducano loro alla emancipazione civile e non alla marginalizzazione sociale.
I Patti Educativi di Comunità trovano pieno fondamento applicativo nei principi statuiti dalla nostra Carta Costituzionale, soprattutto in ragione della sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, prevedendo attività di confronto, programmazione costante e intervento , con le Scuole, gli studenti, gli attori sociali, con particolare riguardo a situazioni di maggiore fragilità.
Il Patto promuove la valorizzazione del territorio e delle proprie risorse, oltre ad un utilizzo razionale delle medesime, sulla base dei principi ‘ Ognuno partecipa con quello di cui dispone’ e ‘ tutti insieme si diventa squadra’.
Ora, più che mai, dopo due anni di lockdown è necessario ripartire con una sana presenza in sicurezza e con forze rinvigorite, solo così potranno raggiungersi obiettivi, il cui percorso realizzativo ha subito una fase di stallo, recuperando il tempo perduto.
Lo definirei un Patto per un nuovo orizzonte che veda tutti protagonisti all’insegna di valori universali validi erga omnes e non più demandabili allo spirito di abnegazione di alcuni e/o del singolo attore sociale.
Tutti insieme si può realmente divenire artefici di quella riscossa sociale che il Paese attende da anni e che risulta necessaria per le giovani generazioni che, in ottica prospettica e prognostica, rappresentano il nostro futuro. Non è più indifferibile il patto della rinascita.
La nostra piccola Comunità Scolastica ha sperimentato l’efficacia di tale strumento, certificando il raggiungimento di obiettivi importanti, attraverso la pianificazione di strategie condivise che hanno rafforzato, nell’agito quotidiano, il valore dell’inclusione, dell’integrazione, dell’uguaglianza, della libertà di autodeterminazione, abbattendo il disvalore della discriminazione e dell’emarginazione.
Le esperienze positive devono essere condivise, al fine di tramutarsi in buone prassi e in buone pratiche. Il territorio ne ha bisogno…tutti insieme si può…….i nostri ragazzi ci aspettano…………