La tragica morte di un insegnante, possibile movente una eredità. Il ricordo commosso di colleghi e studenti: “Ricorderemo con affetto la sua dedizione e il suo sorriso”

Stefano, 59 anni, professore di elettronica e impianti in un istituto scolastico de L’Aquila, non è mai arrivato a scuola ieri mattina. La sua assenza ha subito preoccupato colleghi e studenti, ignari del tragico epilogo.
Poco prima, infatti, sarebbe stato aggredito dal fratello minore in una lite scoppiata per l’eredità del padre, scomparso un anno fa. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo lo avrebbe colpito con un martello e poi investito quattro volte con l’auto, lasciandolo senza vita. I soccorsi sono intervenuti troppo tardi.
“Dolcissimo con i ragazzi”, il cordoglio della scuola
Stefano ex dipendente di un’azienda prima di dedicarsi all’insegnamento, era descritto da colleghi e alunni come una persona solare, disponibile e appassionata. Dopo anni di lavoro a Chieti, si era trasferito a L’Aquila per stare vicino alla famiglia. I suoi istituti lo hanno ricordato con commozione su Facebook: “La sua dedizione e il suo sorriso ci mancheranno”, ha scritto l’istituto scolastico dove prestava servizio, mentre un’altra scuola ha espresso vicinanza alla moglie, anche lei insegnante, e al figlio.
La dinamica dell’omicidio: aggressione e fuga fallita
La tragedia sarebbe scattata dopo un primo scontro verbale tra i due fratelli, saliti in auto e coinvolti in un incidente. A quel punto, Davide avrebbe preso il martello, colpito Stefano e poi ripetutamente investito il corpo già a terra. La fuga è stata interrotta da due marescialli della Guardia di Finanza fuori servizio, che lo hanno bloccato prima dell’arrivo dei carabinieri. Ora l’uomo è in carcere, mentre la città piange un docente che “ha lasciato un’impronta indelebile”.