La Toscana dice no al piano di dimensionamento scolastico

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Il panorama scolastico in Toscana potrebbe subire drastici cambiamenti a breve. Secondo le recenti indicazioni del ministro Valditara, si prevede un calo significativo del numero di istituzioni scolastiche nella regione. I numeri parlano chiaro: si passerà dalle attuali 470 istituzioni a 455 nel 2024/2025, 452 nel 2025/2026 e infine 446 nel 2026/2027.

L’annuncio ha suscitato immediata reazione da parte della Regione Toscana. Alessandra Nardini, Assessora regionale all’istruzione, ha espresso forte dissenso su tale progetto. “Ecco perché nella delibera che abbiamo approvato non abbiamo imposto accorpamenti. Confermiamo che per noi il dimensionamento corretto è quello attuale in Toscana, a meno che non ci siano specifiche richieste dei territori”, ha dichiarato Nardini.

Il Governo sostiene la necessità di tali riduzioni, ma la Toscana si oppone con determinazione. L’Assessora ha evidenziato l’impegno costante della Regione nel garantire una formazione di qualità attraverso istituti comprensivi, sottolineando le possibili ripercussioni negative dei tagli sia a livello educativo che occupazionale.

Nardini contesta anche la giustificazione di queste decisioni attribuita al Pnrr: “La riorganizzazione della rete scolastica poteva essere affrontata in modo diverso. Avrebbero dovuto dare alle Regioni più autonomia sul dimensionamento, per rispondere alle esigenze specifiche dei territori.” L’Assessora fa riferimento, in particolare, alle aree interne, spesso più vulnerabili a questi cambiamenti.

Nell’ottica di una collaborazione costruttiva, la Regione Toscana intende proseguire il dialogo con Comuni e Province, tramite Anci e Upi Toscana, e con le organizzazioni sindacali. Nonostante le sfide, l’obiettivo rimane chiaro: opporsi a scelte che potrebbero compromettere la qualità dell’istruzione toscana.

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