La strage familiare di Paderno Dugnano, Lancini: “Occorre aiutare i ragazzi, solo così possiamo aiutarli a elaborare il loro disagio e a trovare alternative alla violenza”

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La strage familiare di Paderno Dugnano, dove un 17enne ha ucciso la madre, il padre e il fratellino, ha sconvolto il Paese. Al di là della dinamica dei fatti, ancora in fase di ricostruzione, l’evento impone una riflessione profonda sul disagio giovanile e sulla difficoltà di cogliere i segnali di malessere prima che si trasformino in tragedia.

Matteo Lancini, psicologo e presidente della Fondazione Minotauro di Milano, invita a non liquidare l’accaduto come un caso isolato, ma a cogliere l’occasione per interrogarsi su un fenomeno, quello della violenza giovanile, in preoccupante aumento.

“Sempre più spesso i ragazzi faticano a esprimere le proprie emozioni e i propri conflitti interiori”, afferma Lancini. “La comunicazione si interrompe e si ricorre al gesto estremo come unica via di sfogo”.

L’esperto sottolinea come l’uso di armi da taglio tra i giovani sia in crescita, anche in contesti sociali non disagiati. Un campanello d’allarme che non possiamo ignorare.

Di fronte a simili tragedie, la domanda che tutti si pongono è: come possiamo prevenire? Secondo Lancini, la chiave sta nell’ascolto. “Dobbiamo dare voce alle emozioni dei ragazzi, anche quelle più scomode e disturbanti. Solo così possiamo aiutarli a elaborare il loro disagio e a trovare alternative alla violenza”.

Ma l’ascolto non basta. Lancini auspica un sistema di supporto psicologico strutturato all’interno delle scuole, con psicologi di comunità che lavorino in sinergia con genitori e insegnanti. Un investimento necessario, ma spesso trascurato, per la salute mentale delle nuove generazioni.

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