La storia di Serena: “Bocciata all’esame, volevo uccidermi. Ora aiuto i ragazzi e dico che la fragilità va accettata”

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Serena De Sandi, 25 anni, attivista per la salute mentale dei giovani, ha condiviso la sua toccante storia di lotta contro l’autolesionismo e la bulimia.

Un percorso doloroso, iniziato nell’adolescenza, che l’ha portata sull’orlo del suicidio dopo un esame universitario andato male a Bologna, città in cui si era trasferita da Bari per studiare Lettere.

“Volevo farla finita – racconta Serena a La Stampa – ma una notifica sul cellulare con un messaggio della mia psicologa mi ha salvata. Quelle parole ‘Resta con me Serena, ce la dobbiamo fare’ mi hanno dato la forza di tornare indietro”.

La vicinanza della psicologa e il ritorno a Bari dalla famiglia sono stati fondamentali per iniziare un percorso di cura. Oggi Serena ha scelto di dedicarsi agli altri, fondando l’associazione Univox, che conta 60 volontari in tutta Italia.

L’obiettivo è quello di aiutare gli studenti a ritrovare la motivazione e la speranza, promuovendo politiche di supporto con l’aiuto di medici, psicologi ed educatori.

Il percorso di guarigione di Serena è iniziato con l’accettazione della propria fragilità. Un concetto che ora porta avanti con forza nelle scuole attraverso l’associazione. “Siate fragili – dice ai ragazzi – è un punto di forza. Bisogna accettare le proprie crepe”.

“Il peso di essere giovani oggi è enorme – ha dichiarato Serena – dobbiamo dimostrare di essere realizzati e sicuri del nostro futuro entro i 22 anni. Se ti fermi, hai fallito”.

Un messaggio forte, che invita a riflettere sulla pressione che grava sui giovani e sulla necessità di un supporto concreto per affrontare le difficoltà. Serena, con la sua storia e il suo impegno, rappresenta un esempio di resilienza e un punto di riferimento per tanti giovani che lottano contro il disagio mentale. Il suo motto? “Insieme si può”.

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