La storia di Maria, alunna che non va più a scuola: “Stavo sei ore col cellulare in mano, avevo crisi isteriche e di panico”. Ora sta meglio
Maria, una ragazzina come tante, si ritrova intrappolata in una spirale di dipendenza da smartphone che la porta a vivere frequenti crisi di panico. Da Natale non va più a scuola, terrorizzata all’idea di rivivere quei momenti di terrore che la lasciavano senza fiato e con il cuore in gola.
Le sue mani sudate, la tachicardia e il formicolio sono solo alcuni dei sintomi fisici di un malessere più profondo. L’abuso di cellulare ha sconvolto il suo equilibrio mentale, creando una barriera tra lei e il mondo esterno.
Fortunatamente, grazie all’aiuto del suo pediatra e al drastico ridimensionamento del tempo trascorso davanti allo schermo, Maria sta lentamente migliorando. Le sue crisi di panico sono meno frequenti e l’ansia si è attenuata.
Tuttavia, la strada per la guarigione completa è ancora lunga. Maria si rifugia nella sua stanzetta, lontana da qualsiasi stimolo esterno che possa farla ripiombare nel baratro. Il Carnevale, che un tempo amava, non ha avuto il potere di strapparla al suo isolamento.
La storia di Maria non è un caso isolato. Carlo Gilistro, il pediatra che la segue, ha assistito a un aumento esponenziale di casi simili negli ultimi anni.
Sempre più adolescenti si ritrovano schiavi dei loro smartphone, in balia di ansia, depressione e attacchi di panico. L’uso smodato di questi dispositivi, spesso utilizzato come fuga dalla realtà, si trasforma in un boomerang che colpisce la salute mentale e fisica dei ragazzi.
Di fronte a questa preoccupante realtà, è fondamentale un intervento educativo mirato. Genitori ed educatori devono assumersi la responsabilità di educare i ragazzi all’uso consapevole dei dispositivi digitali, insegnando loro a gestire il tempo trascorso online e a coltivare alternative sane e costruttive.