La storia di Lucia, 25enne docente precaria, dalla Puglia al Veneto in cerca di una cattedra: “Tra restare a casa o lavorare lontano, ho fatto la seconda scelta”

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Lucia, 25 anni, laureata in lingue straniere e un cuore colmo di passione per l’insegnamento. Un anno fa, ha lasciato la Puglia per trasferirsi in Veneto, nella provincia di Belluno, iniziando la sua carriera con un contratto precario.

L’inizio dell’anno scolastico 2024/2025 l’ha vista affrontare una nuova sfida: il trasferimento in Piemonte, a Novara, una scelta ponderata, frutto di un’attenta analisi delle graduatorie e delle probabilità di ottenere un incarico, nonostante un punteggio non elevato (39 punti). La convinzione di poter trovare lavoro, anche con un punteggio basso, si basava sull’esperienza degli anni precedenti.

Ma il destino, o forse un sistema scolastico inefficiente, aveva in serbo per Lucia una dura lezione. Settembre è arrivato, poi ottobre, e l’agognata email di conferma di un incarico di supplenza non è mai arrivata. Il silenzio assordante ha lasciato spazio alla disperazione, alla consapevolezza che le sue speranze si stavano infrangendo contro la dura realtà del precariato.

“I giorni, le settimane passavano, ma quella email non arrivava”, racconta Lucia in una lettera inviata a Orizzonte Scuola. La graduatoria interna, in cui era relegata in fondo alla lista, offriva prospettive minime. Costretta ad agire, ha iniziato una frenetica ricerca di lavoro, partecipando agli interpelli nazionali.

La svolta, o meglio, l’amara accettazione di una realtà difficile, è arrivata qualche settimana dopo. Lucia ha accettato un incarico di insegnamento di lingua francese in una scuola secondaria di primo grado in provincia di Varese: 10 ore settimanali, tre giorni di lezione, e oltre due ore di viaggio a tratta da Novara, dove ha deciso di rimanere temporaneamente. Il contratto? Breve, fino al 19 dicembre, senza possibilità di rinnovo.

“Alla fine, c’era ben poco da fare; si trattava di decidere tra il restare a casa e sperare in un qualcosa che, ancora ora, non c’è, o fare dei sacrifici ma lavorare. Seppur per poco tempo”, spiega Lucia.

La sua storia, raccontata tra le mura scolastiche, suscita stupore e incredulità nei colleghi. “Professoressa, lei ha davvero un gran coraggio!”, le hanno detto alcuni, con occhi pieni di ammirazione e comprensione.

La storia di Lucia, come tante altre raccontate da Orizzonte Scuola in questi mesi, è la storia di tanti giovani docenti precari, costretti a sacrifici enormi, a percorsi tortuosi e a continue incertezze, per inseguire un sogno che sembra sempre più lontano. Una storia che grida la necessità di una riforma del sistema scolastico, capace di garantire dignità e stabilità a chi dedica la propria vita all’educazione delle nuove generazioni.

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