La storia di Giuliana, lascia il posto fisso per fare la docente precaria: è lei l’insegnante che lavora a Marettimo con una sola alunna

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La storia di Giada, unica alunna della scuola media di Marettimo, isola delle Egadi, ha fatto scalpore. Mancavano i docenti per la ragazzina e la notizia ha avuto una vasta eco nazionale.

Il 30 ottobre, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia ha concesso il nulla osta anche l’assegnazione di una docente di Italiano, Storia, Geografia ed Educazione Civica.

Giuliana Clemente, una giovane insegnante (precaria) di Palermo, ha risposto alla chiamata, lasciando il suo incarico a Pantelleria per sostenere Giada. La sua decisione di trasferirsi a Marettimo, con tutte le incertezze e sfide che comporta la vita in un’isola remota, dimostra un notevole impegno nei confronti dell’istruzione e del diritto allo studio. La sua presenza, insieme a quella di Alessandro Amato, che insegna matematica, ha creato un ambiente scolastico più ricco per Giada.

Su Balarm, sito web locale, Giuliana racconta la propria storia a fianco di Giada. “Ho lasciato Pantelleria per Marettimo. Il suo legame con gli studenti a Pantelleria era profondo, Mi ero affezionata a quei ragazzi e lasciarli è stato il mio dispiacere più grande”.  Tuttavia, la chiamata per insegnare a Marettimo era irresistibile. Riflettendo sulla sua decisione, Giuliana condivide: “Ho pensato di essere destinata qui, per Giada”.

Vivere in un’isola remota comporta delle sfide uniche, come accennato da Giuliana: “Non conoscevo l’isola e non sapevo che in questo periodo avrei trovato solo una piccola bottega per i generi alimentari”.

Il trasferimento ha cambiato radicalmente la vita di Giuliana. Descrivendo la sua routine quotidiana, dice: “Dalle 8.00 alle 14.00 sono in classe, poi… il tempo passa”.

Prima di diventare insegnante, Giuliana lavorava come segretaria e ha lasciato un lavoro sicuro per inseguire la sua passione nell’insegnamento, un cambiamento che descrive con un sorriso: “Ho lasciato la sicurezza per il precariato, ma non me ne pento”.

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