La storia di Fatima, la maturità in Italia dopo essere sopravvissuta ad una strage in Siria a 8 anni

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La felicità può giocare brutti scherzi, come scoppiare in lacrime durante l’esame di Maturità. Questo è quanto accaduto a Fatima Alrachid, 22 anni, mentre sosteneva l’orale al Crescenzi Pacinotti Sirani di Bologna. Le sue lacrime non erano dovute a una prova andata male, ma ai ricordi del suo primo giorno di scuola, che per molti anni è stato anche l’ultimo.

Un ricordo indelebile

“Avevo 8 anni, in Siria, il mio Paese d’origine, quando si inizia la scuola primaria. Eravamo nel piazzale della scuola quando un gruppo armato ha fatto una strage, uccidendo insegnanti e alunni. Mi sono salvata chiudendomi in un bagno, da cui sono uscita solo dopo ore, trovando sangue ovunque. Pochi di noi sono sopravvissuti”. Da quel giorno, Fatima non è più tornata in classe, i suoi genitori avevano troppa paura e non c’erano più docenti, tutti morti. Anche suo padre ha condiviso la stessa sorte, di nuovo davanti ai suoi occhi. “È stato un incubo, indescrivibile”.

La fuga in Libano

La madre di Fatima ha deciso di fuggire con lei e i fratellini piccoli verso il Libano, un viaggio di un mese, quasi tutto a piedi. “Era il modo più sicuro per raggiungere le frontiere, le auto venivano fermate”. Durante i cinque anni nel campo profughi libanese, Fatima ha imparato a leggere e scrivere in arabo da sola. “In Libano ai siriani non è permesso frequentare la scuola, così ho iniziato a guardare video musicali con sottotitoli, associando le parole alle scritte”.

Il diploma in Italia

Arrivata in Italia grazie a un corridoio umanitario, prima in Sicilia e poi a Bologna, Fatima ha ottenuto la licenza media a 16 anni. I suoi fratelli, affetti da talassemia, sono stati presi in cura dal Sant’Orsola, dove attendono un trapianto. “Qui ho potuto finalmente tornare in aula, ho avuto compagni, amici e professori che mi hanno aiutato. Non è stato facile”.

Un percorso difficile

Dopo i primi tre anni e l’abilitazione professionale, Fatima ha dovuto ultimare il percorso scolastico alle scuole serali, lavorando di giorno come cameriera per mantenere la famiglia. “Lunedì ho sostenuto l’orale, superando l’esame con 60/100. All’uscita mia madre mi ha abbracciata, abbiamo pianto insieme. È il mio capolavoro”. Fatima ha dedicato la sua storia alla famiglia e a chi l’ha aiutata, sottolineando che chiedere aiuto non significa arrendersi.

Un futuro da costruire

Tra coloro che l’hanno sostenuta ci sono i volontari della Caritas. Per il suo viaggio di maturità, Fatima lavorerà due settimane in una casa di cura, dato che il suo diploma è in “Servizi per la sanità e l’assistenza sociali”. “Voglio vedere se questo lavoro mi piace, anche se il mio sogno sarebbe lavorare con i bambini. Vorrei iscrivermi all’università, a Scienza della formazione, ma prima prenderò un anno di pausa. Gli ultimi anni sono stati molto difficili, ma la mia gioia mi ha ripagato di tutto”.

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