La storia di due alunni che non volevano più andare a scuola: “Più stai senza fare nulla, più ti abitui e fatichi a trovare la forza per reagire”
Più stai senza fare nulla, più ti abitui e fatichi a trovare la forza per reagire. Lucas e Argos lo sanno bene. A 14 e 16 anni si erano sganciati dagli studi, rinchiudendosi sempre più nel loro guscio protettivo.
Ma grazie al sostegno di Pro Juventute, hanno ritrovato la motivazione per rimettersi in carreggiata e ottenere la licenza di scuola media. La loro storia raccontata sul quotidiano La Regione.
Lucas, oggi 21enne, ha toccato il fondo in seconda media. “Non legavo con nessuno, saltavo le lezioni e mi chiudevo in camera a giocare ai videogiochi tutto il giorno”. Un buco nero durato un anno che ha lasciato profonde lacune. Riprendere il percorso dopo è stata un’impresa, finché in quarta viene bocciato.
Anche per Argos, 19 anni, le “noiose” lezioni erano l’ultimo dei pensieri. Preferiva stare tutto il giorno in giro con la sua “banda di sbandati”. Un’esistenza senza obiettivi che inizia a fargli riflettere quando vede i coetanei già avviati al lavoro. “Mi sono chiesto cosa volevo fare della mia vita”.
Per riconquistare il diploma, fondamentale per accedere a un apprendistato, entrambi si sono affidati al corso di “Recupero licenza IV media” di Pro Juventute. “Abbiamo ragazzi che saltano le lezioni. Vederli arrivare e tenerli agganciati è già una vittoria”, spiega Giacomo Petrucelli, responsabile dell’iniziativa.
Il sostegno non si limita alle materie scolastiche. “Alcuni soffrono di infelicità cronica, sono irraggiungibili nei mondi virtuali. Li prendiamo per mano, ricreando una relazione e insegnando loro le regole della società”. Un approccio che funziona: il 95% dei giovani supera l’esame.
Dopo aver conseguito l’attestato, Lucas ha intrapreso un apprendistato come carrozziere-verniciatore. “Amo i motori ed è diventato il mio lavoro”. Argos si è invece indirizzato in logistica, ma il suo sogno è diventare educatore per aiutare chi come lui ha vissuto il dramma dell’abbandono scolastico. “Avendone passate tante, posso capire quei ragazzi”.