La storia di Domenico, 45enne docente precario decennale: “Ho superato tre concorsi, ma non ho un cattedra. Mi ritrovo a chiedere soldi ai miei genitori per la casa e il matrimonio”
“Sono un precario storico decennale. Ho superato quasi tre concorsi, ma non ho una cattedra e quest’anno non mi hanno ancora convocato per le supplenze”.
È la triste storia di Domenico Perrone, 45 anni, insegnante di italiano e storia, raccontata a La Repubblica. Un’odissea fatta di concorsi vinti e poi ignorati, graduatorie beffarde e la frustrazione di non poter programmare il futuro.
Perrone ha partecipato al concorso Pnrr 2023-2024, totalizzando un punteggio altissimo: “Per le medie 88 allo scritto e 94 all’orale: più di 202, considerando i titoli”. Un punteggio che non è bastato, superato da riservisti con votazioni inferiori. La beffa si ripete anche per le supplenze, dove, pur essendo quinto in graduatoria, si è visto scavalcare da una collega all’800esimo posto, vincitrice di concorso ma ancora presente nelle Gps. “I vincitori di concorso erano stati esortati a cancellarsi dalle Gps, ma se ne sono infischiati”, denuncia Perrone.
Un sistema farraginoso e ingiusto che lo costringe a vivere nell’incertezza, con ripercussioni anche sulla vita privata: “A 45 anni mi ritrovo a chiedere ai miei genitori di sostenermi e farmi da garanti per aprire un mutuo per la casa e per le spese del matrimonio”.
Nonostante le difficoltà, Perrone non ha perso la passione per l’insegnamento, ma la frustrazione è tanta: “Mi è capitato di dover lasciare delle classi al quarto anno, con ripercussioni sull’esame di maturità. La frustrazione è tanta e fiacca anche l’entusiasmo”. La sua storia è un esempio lampante delle storture del sistema scolastico italiano, incapace di garantire stabilità e meritocrazia.