La storia di Ambra, maestra 45enne: “Sono una mamma sola, con 1500 euro e una rata di mutuo da 670 non ce la faccio. Forse meglio lavorare in fabbrica”

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“Ogni tanto penso che forse sarebbe meglio lavorare in fabbrica”. A parlare è Ambra, 45 anni, insegnante in una scuola primaria di Torino, che in un’intervista a La Repubblica racconta senza filtri la sua difficile quotidianità, fatta di sacrifici e rinunce a causa di uno stipendio inadeguato a far fronte alle spese di tutti i giorni.

Con un mutuo in aumento a causa del caro vita e una figlia maggiorenne da mantenere, Ambra è costretta a fare anche l’educatrice territoriale per arrotondare, sacrificando il suo tempo libero e le vacanze. “Le mie ferie sono state la potatura degli alberi del condominio”, racconta amaramente.

La sua storia, purtroppo, non è un caso isolato. Lo stipendio medio di un insegnante italiano è tra i più bassi d’Europa, una situazione che spinge molti docenti a cercare un secondo lavoro o, peggio, ad abbandonare la professione.

Ma non è solo una questione economica. Ambra denuncia anche la mancanza di rispetto da parte di alcuni genitori e la perdita di prestigio sociale della figura dell’insegnante, sempre più spesso visto come un semplice “dispensatore di voti”.

Nonostante le difficoltà, Ambra continua a svolgere il suo lavoro con passione, spinta dall’amore per i bambini e dalla consapevolezza dell’importanza del suo ruolo. Ma lancia un appello alla politica: “È giusto aumentare gli stipendi per portarli al livello del resto d’Europa. Sarebbe anche un modo per riconoscere finalmente la nostra responsabilità dal punto di vista educativo”.

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