La storia della scuola più piccola d’Italia: l’aula si trova nel municipio. In cattedra Noemi, docente 22enne, tra i banchi due fratelli

Su Oggi c’è spazio per la storia della scuola più piccola d’Italia, a Ceresole Reale, in Piemonte. La scuola primaria si trova in una stanza colorata al piano terra del municipio.
Lì ci sono due alunni – Raffaele ed Emanuele, fratelli – e una maestra, Noemi. Con un numero così ristretto di studenti, l’ambiente educativo si trasforma in un’esperienza intima e personalizzata.
La scuola, sostenuta dai fondi regionali per le comunità montane, diventa un simbolo di resistenza e adattamento. Ogni mattina, i fratelli si dirigono verso questa aula unica, dove le lezioni sono altamente personalizzate. L’ambiente è rurale, genuino, un luogo dove anche una volpe che passa può diventare un’opportunità educativa.
La scuola di Ceresole Reale non è solo un luogo di apprendimento, ma anche un centro di vita comunitaria. I bambini partecipano attivamente alla vita del paese, dalla celebrazione delle festività locali all’aiuto nelle attività agricole. L’integrazione tra scuola e comunità riflette una profonda radicazione nelle tradizioni locali e un forte senso di appartenenza.
Non solo: in arrivo una guardia forestale che si trasferirà a Ceresole con la moglie e i due figli di 3 e 5 anni per “aumentare” la classe.
Nonostante le difficoltà logistiche e le sfide poste dall’isolamento geografico, Ceresole Reale dimostra come l’educazione possa adattarsi e prosperare in contesti non convenzionali. La scuola rappresenta un importante punto di riferimento per la comunità, sostenendo la permanenza delle famiglie nell’area e offrendo un’istruzione di qualità in un contesto unico.