La situazione degli idonei del concorso ordinario 2020. Un grido d’allarme per il futuro della docenza. Lettera

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Inviato da Sebastiano Di Fazio – Il concorso ordinario 2020 per l’insegnamento nelle scuole pubbliche ha rappresentato per molti aspiranti docenti una prova impegnativa, ma anche un’importante opportunità per accedere al mondo dell’istruzione.

Chi ha superato con successo queste selezioni si è guadagnato l’idoneità e l’inserimento in una graduatoria di merito, una lista di attesa che avrebbe dovuto garantire, se non immediatamente almeno in un futuro non troppo lontano, l’ingresso nella scuola pubblica in qualità di docente. Tuttavia, nonostante gli sforzi e i sacrifici compiuti, la realtà che ci troviamo a vivere oggi è ben diversa da quella che avevamo immaginato.

Gli idonei del concorso ordinario 2020 si trovano infatti di fronte a una situazione paradossale. Nonostante abbiano dimostrato le loro competenze superando un concorso altamente selettivo, rischiano di vedere sfumare le opportunità di lavoro a causa di un sistema di graduatorie che, anziché facilitare il loro ingresso nel mondo dell’insegnamento, sembra ostacolarlo. La radice di questo problema risiede nel sovraffollamento della prima fascia delle GPS, conseguenza dell’introduzione dei nuovi corsi abilitanti che stanno portando un gran numero di nuovi candidati a inserirsi proprio nella fascia da cui si attinge per le supplenze. Il fenomeno sta creando un “ingorgo” nelle graduatorie, dove gli idonei del concorso 2020 rischiano di rimanere bloccati, impossibilitati ad accumulare l’esperienza necessaria e a contribuire con la loro professionalità al miglioramento dell’istruzione nel nostro Paese.

È importante sottolineare che la maggior parte degli idonei non è stata adeguatamente rappresentata né dai sindacati né dai vari gruppi spontanei, lasciandoci in una posizione di vulnerabilità e isolamento. Questa mancanza di rappresentanza ha reso ancora più difficile portare all’attenzione del Ministero dell’Istruzione le problematiche che stiamo affrontando.

La situazione attuale richiede un’urgente riflessione da parte delle autorità competenti. Da un lato, è comprensibile e apprezzabile l’intento di ampliare le opportunità di accesso alla professione docente attraverso nuovi percorsi abilitanti. Dall’altro lato, però, è fondamentale che tali iniziative non penalizzino chi ha già compiuto un passo significativo verso l’insegnamento, superando un concorso che ha richiesto notevoli capacità e dedizione.

Gli idonei del concorso ordinario 2020 si auspicano, quindi, che vengano intraprese azioni concrete per tutelare il loro diritto al lavoro e per garantire che la loro idoneità non si trasformi in una condizione che li condanni all’inattività. Non si tratta solo di una questione di giustizia verso chi ha superato un concorso impegnativo, ma anche di un’opportunità per il sistema educativo italiano di non privarsi di risorse pronte e formate, che potrebbero contribuire significativamente al miglioramento della qualità dell’insegnamento nelle nostre scuole.

È necessario un intervento tempestivo e risolutivo per evitare che questa situazione di stallo si prolunghi ulteriormente, creando disillusioni e frustrazioni tra coloro che aspirano a insegnare e a fare la differenza nella vita degli studenti italiani. Il futuro della docenza in Italia non può permettersi di perdere talenti e competenze per un problema che potrebbe essere risolto con una gestione più equilibrata e lungimirante delle graduatorie.

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