La sicurezza a scuola in caso di terremoto: il decalogo per alunni e personale, circolare, solleciti

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Non c’è prospettiva alcuna di sicurezza senza la predisposizione del documento di valutazione dei rischi che ogni istituto scolastico, ad opera del Dirigente scolastico, in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e con il Medico competente, prepara come previsto dal D.lgs 81/08.

Con la circolare n. 119 del 29 aprile 1999, infatti, il Ministero dell’Istruzione ha munito ogni scuola di un modello guida per la valutazione dei rischi. “Quando la terra trema”, splendido opuscolo ad uso delle scuole italiane, frutto della collaborazione pluriannuale tra Cittadinanzattiva (settore Scuola) e Dipartimento della Protezione civile, redatto in occasione dell’ VIII Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, e “Protezione civile in famiglia” pubblicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile e della presidenza della Regione Autonoma della Valle d’Aosta sono i migliori strumenti, da distribuire agli alunni (e agli operatori) degli istituti italiani, finalizzati a fornire elementi conoscitivi per non rimanere impreparato in momenti drammatici come il terremoto che, quando capita, determina, comunque tu sia preparato e formato, panico e confusione. Ma analizziamo insieme cosa dobbiamo conoscere e cosa dovremmo fare in casi come quello della terra che trema.

Il Piano di emergenza della scuola e chi lo deve predisporre
Innanzi tutto è necessario far presente che una scuola pronta la rischio è una scuola dotata di DVR, come detto sopra, ma anche del “Il Piano di emergenza” contenuto nel documento di valutazione dei rischi, da intendersi come uno strumento operativo che deve essere predisposto in ogni istituto a cura del Dirigente Scolastico (ai sensi e per gli effetti del D.M. 26/8/92) con lo scopo di informare tutto il personale docente e non docente e gli studenti, sul comportamento da tenere nel caso di un allontanamento rapido dall’edificio scolastico. Si tratta, dunque, della guida nella quale vengono indicate le norme e i comportamenti da seguire al fine di garantire l’incolumità propria e altrui, inoltre vengono analizzati i casi più comuni di eventi disastrosi individuando le procedure comportamentali atte a prevenire e ridurre le perdite derivanti da dette situazioni di emergenza. Scopi del Piano di Emergenza e di Evacuazione sono:

  • ridurre i rischi indotti da una situazione di emergenza
  • circoscrivere e contenere l’evento pericoloso
  • soccorrere eventuali persone colpite
  • minimizzare eventuali danni all’ambiente ed ai beni
  • informare tutto il personale docente e non docente nonché gli studenti, e per loro tramite le famiglie, sul comportamento da tenere nel caso di un allontanamento rapido dall’edificio scolastico.

In particolare, lo scopo del presente documento è quello di definire il coordinamento della gestione dell’emergenza dell’intero complesso.

Le prove di evacuazione
Il Piano di emergenza definisce i compiti da svolgere in funzione delle varie ipotesi di emergenza. Nel corso delle prove di evacuazione, “da effettuare almeno due volte durante l’anno scolastico” (D.L.577/82), deve essere verificata la “funzionalità del Piano al fine di apportare gli eventuali correttivi per far aderire il Piano alla specifica realtà alla quale si applica”.

Il rischio sismico
Il rischio sismico, in una determinata area, può essere misurato dal danno che ci si può aspettare, in un intervallo di tempo stabilito, a seguito dei terremoti. Può essere espresso in termini di vittime, costo economico, danno alle costruzioni. Rischio e pericolo non sono la stessa cosa: il pericolo è rappresentato dal terremoto che può colpire una certa area (la causa); il rischio è rappresentato dalle sue possibili conseguenze, cioè dal danno che ci si può attendere (l’effetto). Nella definizione del rischio, infatti, intervengono oltre la pericolosità le caratteristiche del territorio.

Da cosa dipende il rischio sismico?
Per definire il livello di rischio di un territorio occorre conoscere la sua sismicità, cioè quanto spesso avvengono i terremoti e quanto sono forti, ma anche il modo in cui l’uomo ha costruito le sue opere, quanti e quali sono i beni esposti, quanto densamente è popolato. Infatti, a parità di frequenza e di intensità dei terremoti, il rischio è nullo laddove non esistono edifici, beni esposti, popolazione; mentre aree densamente popolate, o caratterizzate da costruzioni poco resistenti allo scuotimento di un’onda sismica, presentano un rischio elevato.

Come ci si difende dai terremoti?
I terremoti non si possono evitare. L’unica arma per la riduzione del rischio sismico è la prevenzione, che comprende: fare una completa classificazione sismica dei Comuni; costruire seguendo precise norme tecniche antisismiche; adottare comportamenti corretti e realizzare piani di emergenza comunali necessari per organizzare un tempestivo soccorso alla popolazione colpita.

Da cosa è provocato il terremoto?
Il terremoto è provocato dai movimenti delle zolle in cui è suddiviso l’involucro esterno della Terra (litosfera). Le zolle si allontanano, si scontrano, scorrono una di fianco all’altra. Quando lo sforzo generato da tali movimenti supera il limite di resistenza delle rocce che costituiscono la crosta terrestre, esse si rompono in profondità lungo superfici chiamate faglie. L’energia accumulata si libera e avviene il terremoto.

Quando avvengono i terremoti?
I terremoti possono avvenire in qualunque momento dell’anno, con qualunque tempo atmosferico ed in qualunque ora del giorno o della notte. Questo, perché si originano in profondità e sono indipendenti da quello che avviene sulla superficie terrestre.

Il terremoto si può prevedere? E il maremoto?
Il terremoto non si può prevedere, se per previsione si intende l’anno, il mese, l’ora, il luogo e la magnitudo di una scossa di terremoto. L’unica previsione possibile è di tipo statistico basata sulla conoscenza dei terremoti del passato, che ci consente di stabilire quali sono le zone più pericolose del territorio. Il maremoto, invece, può essere previsto una volta che si conosca la posizione e la magnitudo del terremoto che potrebbe averlo generato.

Quanto dura un terremoto?
La durata delle oscillazioni avvertite dall’uomo non supera, quasi mai, il minuto e, in media, le oscillazioni più forti durano poche decine di secondi. La durata di una scossa sismica ottenuta misurando la lunghezza del sismogramma, dove sono registrate anche le oscillazioni non avvertite dall’uomo, può raggiungere invece alcuni minuti.

Qual è l’evoluzione nel tempo dei terremoti?
Un terremoto, soprattutto se forte, non si manifesta con una sola scossa ma con una sequenza di scosse. Alla scossa principale generalmente seguono nel tempo scosse di magnitudo sempre più bassa. Quando non è possibile individuare una scossa principale, ma si osservano numerose scosse di entità simile, si parla di sciame sismico che può durare anche mesi.

Di chi è la competenza in materia di manutenzione e messa in sicurezza delle scuole?
“Quando la terra trema” fornisce un dettaglio sulla competenza degli interventi di manutenzione straordinaria ed ordinaria in materia di edilizia scolastica che è dell’ente locale, proprietario degli immobili. Costituiscono precisi obblighi di legge per i Comuni e per le Province non solo i lavori edilizi di una certa importanza, gli interventi strutturali e gli adeguamenti degli impianti elettrici, termici, ecc. ma anche la manutenzione ordinaria, nonché il rilascio delle varie certificazioni di idoneità, agibilità e conformità. Se vi sono ritardi, carenze, inadempienze nello stato degli edifici scolastici e delle strutture la responsabilità primaria è dell’ente locale, così come spetta all’amministrazione locale mettere a norma di sicurezza gli edifici. L’ente locale competente è il Comune, per le scuole d’Infanzia, Primarie e Secondarie di Primo grado mentre è la Provincia per le Scuole Secondarie di Secondo grado e per gli Istituti Artistici.

Quali sono le competenze del Dirigente scolastico in materia di sicurezza degli edifici scolastici?
I principali obblighi del Dirigente scolastico, definito anche come “datore di lavoro”, che discendono dal D.lgs 81/2008 (ex D.lgs. 626/94), come elenca “Quando la terra frena”, sono:

  • valutare gli specifici rischi dell’attività svolta nell’istituzione scolastica;
  • elaborare il documento di valutazione dei rischi;
  • nominare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione;
  • nominare gli addetti al servizio di prevenzione e protezione;
  • nominare il medico competente, ove ce ne sia la necessità;
  • nominare i lavoratori addetti alle misure di prevenzione incendi, evacuazione e di pronto soccorso (“figure sensibili”), nonché la figura del preposto, ove necessaria (es. laboratori, officine, ecc.);
  • fornire ai lavoratori ed agli studenti equiparati, ove necessario, dispositivi di protezione individuale e collettiva;
  • adottare, con comportamenti e provvedimenti adeguati, ogni altra forma di protezione eventualmente necessaria;
  • assicurare un’adeguata attività di formazione ed informazione degli interessati – personale docente e non, studenti – sulla base delle attività svolte da ciascuno e delle relative responsabilità;
  • consultare il responsabile dei lavoratori per la sicurezza (RLS).

La normativa sottolinea l’importanza di una stretta collaborazione tra Ente Locale ed Istituti Scolastici fondamentale per promuovere una cultura della sicurezza e per attuare un miglioramento delle condizioni di lavoro. Spesso per quanto attiene la competenza specifica inerente un obbligo normativo in materia di sicurezza si crea un contrasto tra Ente Locale e Istituto Scolastico. In proposito è importante sottolineare che tutte quelle che sono attività relative ad interventi 14 strutturali e di manutenzione, necessarie per garantire la sicurezza dei locali e degli edifici, alla loro fornitura e manutenzione sono a carico dell’Ente locale (l’art. 3 delle Legge 11 gennaio 1996 n. 23). In merito ai predetti interventi gli obblighi (D.lgs. 81/2008) da parte dei Dirigenti scolastici si intendono assolti con la richiesta del loro adempimento all’Ente locale competente.

Come si può conoscere la zonazione sismica del proprio Comune
L’adozione della classificazione sismica del territorio spetta per legge alle Regioni. Ciascuna Regione, partendo dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (n. 3274/03), ha elaborato propri elenchi dei Comuni con l’attribuzione puntuale ad una delle quattro zone sismiche. Si può prendere visione della classificazione sismica del Comune dove si vive, consultando il sito www.protezione civile.it. Nei Comuni classificati sismici, chiunque costruisca una nuova abitazione o intervenga su una già esistente è obbligato a rispettare la normativa antisismica, cioè criteri particolari di progettazione e realizzazione degli edifici.

Cosa fare in caso di terremoto?

Prima del terremoto:
INFORMATI SULLA CLASSIFICAZIONE SISMICA DEL COMUNE IN CUI RISIEDI
Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza.

INFORMATI SU DOVE SI TROVANO E SU COME SI CHIUDONO I RUBINETTI DI GAS, ACQUA E GLI INTERRUTTORI DELLA LUCE
Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

EVITA DI TENERE GLI OGGETTI PESANTI SU MENSOLE E SCAFFALI PARTICOLARMENTE ALTI
Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso.

TIENI UNA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO…FORNITA E ATTREZZATA
Una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che il personale sappia dove sono riposti.

A SCUOLA O SUL LUOGO DI LAVORO INFORMATI SE È STATO PREDISPOSTO UN PIANO DI EMERGENZA
Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza.

Durante il terremoto:
SE SEI IN LUOGO CHIUSO CERCA RIPARO NEL VANO DI UNA PORTA…
Inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave perché ti può proteggere da eventuali crolli.

RIPARATI SOTTO UN TAVOLO
È pericoloso stare vicino a mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso.

NON PRECIPITARTI VERSO LE SCALE E NON USARE L’ASCENSORE
Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire.

SE SEI IN AUTO, NON SOSTARE IN PROSSIMITÀ DI PONTI, DI TERRENI FRANOSI O DI SPIAGGE
Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami.

SE SEI ALL’APERTO, ALLONTANATI DA COSTRUZIONI E LINEE ELETTRICHE

Potrebbero crollare.

ASSICURATI DELLO STATO DI SALUTE DELLE PERSONE ATTORNO A TE
Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso.

Dopo il terremoto:
NON CERCARE DI MUOVERE PERSONE FERITE GRAVEMENTE
Potresti aggravare le loro condizioni.

ESCI CON PRUDENZA INDOSSANDO LE SCARPE
In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci.

RAGGIUNGI UNO SPAZIO APERTO, LONTANO DA EDIFICI E DA STRUTTURE PERICOLANTI
Potrebbero caderti addosso.

STAI LONTANO DA IMPIANTI INDUSTRIALI E LINEE ELETTRICHE
È possibile che si verifichino incidenti.

STAI LONTANO DAI BORDI DEI LAGHI E DALLE SPIAGGE MARINE
Si possono verificare onde di tsunami.

EVITA DI ANDARE IN GIRO A CURIOSARE…
e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale perché bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli.

EVITA DI USARE IL TELEFONO E L’AUTOMOBILE
È necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi.

Vademecum operativo per gli studenti italiani
In allegato un vademecum per gli studenti italiani in caso di terremoto, considerato il fatto che, sovente, nonostante le numerose prove, ci si dimentica della circostanza che, in caso di terremoto, il panico potrebbe far saltare ogni tipologia di dispositivo provato e riprovato. L’esercizio e il parlarne spesso aiutano molto. Le scuole non sempre sono adeguatamente preparate ad eventi catastrofici e, specie in questi mesi, causa la pandemia, non tutte hanno effettuato le prove di evacuazioni. Non dimentichiamo che la salvezza dei nostri alunni e del personale che opera nelle scuole, dipende dall’informazione periodica e incisiva. Consegniamo a tutti un documento esplicativo che non renda inutile tutto quello di cui dispone la scuola in termini di documenti e carte. Naturalmente tanto più piccoli sono gli alunni, tanto più importate è informare periodicamente. Uno splendido “Vademecum per docenti della scuola infanzia” è stato predisposto dall’Istituto Comprensivo T. Grossi di Treviglio – BG diretto dal dirigente scolastico Prof.ssa Annalisa Settimio che ha fatto benissimo a dedicare un documento specifico proprio alla scuola dell’Infanzia. L’Istituto Comprensivo Manzoni – Impastato di Palermo, invece, ha pubblicato delle locandine molto esplicative sui fenomeni del terremoto e degli incendi. Anche questo molto incisivo per rendere edotta la comunità scolastica dei comportamenti da seguire. Non in ultimo per incisività dell’attenzione al fenomeno sismico l’Istituto Comprensivo “Milani” di Terracina (LT) guidato con una grande e spiccata professionalità dal dirigente scolastico Prof.ssa Giuseppina Di Cretico. La circolare preventiva, il memorandum adottato contenente “Norme di comportamento in caso di terremoto” sono la prova che la prevenzione è la vera scommessa sulla quale puntare.

NORME_COMPORTAMENTALI_x_SCUOLA_Terremoto

VADEMECUM-docenti-infanzia

Richiesta_intervento (1)

Istituto Comprensivo Manzoni – Impastato – SICUREZZA – 2017-09-16

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