La scuola? Troppa burocrazia, “soffocata da inutili scartoffie”. Denunciava De Santis nel 1861: “piuttosto che ficcarmi in capo questa roba, vorrei gittare per la finestra dieci portafogli”

WhatsApp
Telegram

Nel corso della tornata parlamentare del 13 aprile 1861, Francesco De Sanctis, da poco nominato ministro della Pubblica Istruzione, prende la parola alla Camera per rispondere a una interpellanza sulla libertà d’insegnamento. L’occasione diventa un momento di riflessione più ampia sulle condizioni in cui ha trovato l’amministrazione scolastica.

Una macchina burocratica paralizzata

Il neo-ministro descrive con toni critici il sistema ministeriale, denunciando una struttura burocratica eccessivamente complessa. “Dichiaro, o Signori, che l’amministrazione della pubblica istruzione non è una macchina che cammini, dichiaro che vi ha un sovraccarico e complicazione di ruote”. Il riferimento è a un insieme disordinato di regolamenti che, stratificatisi nel tempo, hanno creato un apparato quasi impenetrabile: “Ho trovato nel Ministero un cumulo di regolamenti, i quali, vi dico la verità, mi hanno spaventato (…). Mi sono detto: piuttosto che ficcarmi in capo questa roba, vorrei gittare per la finestra dieci portafogli”.

La burocrazia scolastica oggi: una questione ancora aperta

A distanza di oltre un secolo le cose pare non siano cambiate di molto. La scuola italiana continua a confrontarsi con una struttura burocratica stratificata, spesso lenta e ridondante, che interferisce con la quotidianità delle attività didattiche e amministrative.

Le numerose attività amministrative richieste, che fa capo al corpo docente, come la compilazione di documenti, la partecipazione a riunioni e la gestione di procedure complesse, sottraggono tempo ed energie preziose alla didattica e alla relazione con gli studenti. Questo sovraccarico burocratico è spesso citato come uno dei principali fattori di stress e di disaffezione nei confronti della professione docente.

Inoltre, l’eccessiva burocrazia può ostacolare l’innovazione e la creatività nell’insegnamento, poiché i docenti devono dedicare una parte considerevole del loro tempo a soddisfare requisiti amministrativi piuttosto che concentrarsi sulla progettazione e l’implementazione di attività didattiche efficaci.

Se oggi De Santis tornasse a dare uno sguardo alla scuola italiana, non esiterebbe a “gittare” 100 portafogli dalla finestra.

WhatsApp
Telegram

Interpelli per le supplenze, le scuole iniziano a pubblicare. Ti informiamo noi quando una scuola cerca un supplente e inviamo la tua candidatura. Il nuovo sistema di Interpelli Smart