“La scuola? Si regge solo sui precari costretti a far fronte ad affitti carissimi, costo della vita esorbitante, rincaro dei trasporti e stipendi bassissimi”. A Firenze è rebus su assunzioni

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La supplentite, il vecchio male della scuola, non solo non si sconfigge, ma ogni anno si acuisce. La prima tornata di nomine per le supplenze ha evidenziato il problema dei docenti di sostegno, molti dei quali non hanno ricevuto alcuna mail o sono stati assegnati a sedi lontane dalla propria residenza.

Secondo Emanuele Rossi della Flc-Cgil, in un intervento su La Nazione, questo è il “frutto avvelenato” della decisione del ministro Valditara di assegnare la supplenza anche a tutti quei colleghi con titolo di specializzazione estero, non ancora validato dal Ministero. Fino all’anno scorso, questi docenti non ottenevano l’incarico annuale proprio perché il loro titolo era “sospeso”.

La situazione è particolarmente critica per i docenti di sostegno, che già affrontano notevoli difficoltà nel loro lavoro. “Forse l’attenzione del Ministero in particolare sugli atenei telematici dovrebbe essere ancora maggiore”, riflette Rossi.

Intanto, le scuole stanno scorrendo le graduatorie di istituto per assegnare le supplenze brevi, in attesa che nelle prossime settimane le cattedre vengano assegnate ai vincitori del concorso Pnrr. Insomma, le immissioni in ruolo si protrarranno ben oltre l’inizio delle lezioni e, così, ci saranno classi che dovranno cambiare docente a novembre oppure a dicembre, come accusano i sindacati.

Cristiano Di Donna, sindacalista della Uil Scuola, parla della scuola fiorentina come di “un’azienda che si regge su precari che vengono da altre regioni, costretti a far fronte ad affitti carissimi, costo della vita esorbitante, rincaro dei trasporti e stipendi bassissimi”. Quest’anno, nelle scuole del nostro territorio, la Uil stima che arriveranno 4mila insegnanti e 1.200 ausiliari tecnici e amministrativi supplenti, di cui ben il 73% provenienti da altre regioni.

“Chiediamo di stabilizzare tutti i precari con l’assunzione sui molti posti vuoti, di garantire alloggi ad affitto calmierato e di pensare a biglietti treno a tariffa agevolata e a buoni pasto”, prosegue Di Donna. “Bisogna anche adeguare gli stipendi di tutti ai livelli di costo della vita attuale”.

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