La scuola promuove la studentessa, ma i genitori fanno ricorso al Tar per chiedere che venga bocciata: il giudice dà ragione

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Una studentessa frequentante una scuola secondaria di primo grado in provincia di Firenze è al centro di un caso giuridico particolare. Così come segnala Il Fatto Quotidiano, la scuola aveva promosso la studentessa, affetta da una forma di autismo grave.

I genitori, però, hanno impugnato la decisione del consiglio di classe e hanno fatto ricorso al Tar Toscana per chiedere che venga bocciata. Il motivo è presto detto: secondo i genitori la bambina ha avuto un percorso scolastico complicato e loro stessi, dopo l’approvazione del piano educativo individualizzato, avevano chiesto che la bambina fosse trattenuta un anno in più alla scuola media.

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La scuola, però, tramite il dirigente scolastico, si è difesa affermando che la bocciatura avrebbe comunque avuto ripercussioni sulla vita scolastica della ragazzina: avrebbe comportato il cambiamento di compagni di classe e di docenti.

Il Tar ha “bocciato” la lettura fatta dalla scuola della nota del ministero citando in sentenza “un’erronea interpretazione della normativa emergenziale” ritenendo che “l’anno di promozione dovesse considerarsi qualcosa di automatico e che, quindi, si potesse prescindere dalla verifica degli obiettivi di apprendimento personalizzati del Pei”.

A sfavore dell’istituto è pesata anche la prova finale dove nonostante i risultati insufficienti, la ragazza, è stata promossa: “Non è dato comprendere – scrive il giudice – il percorso logico deduttivo che ha portato il consiglio di classe a ritenere superata la stessa prova”.

Da qui la condanna della scuola e la “vittoria” dei genitori che hanno potuto, per l’anno scolastico 2020/2021, re-iscrivere la figlia in terza media.

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