La scuola più severa d’Italia si trova in Valle d’Aosta: il doppio dei bocciati rispetto alla media nazionale. Tutti i dati

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Le scuole della Valle d’Aosta mostrano un tasso di bocciature superiore rispetto alla media nazionale. Secondo i dati relativi all’anno scolastico 2021/2022, i licei della regione hanno registrato una percentuale di non ammessi del 7,8%, in contrasto con la media nazionale del 3,4%.

Una discrepanza simile è stata osservata negli istituti tecnici, con un 13,3% di bocciature contro l’8,9% nazionale, mentre gli istituti professionali hanno evidenziato un 8,5% rispetto al 10,3% nazionale.

In generale, il 9,7% degli studenti della scuola secondaria in Valle d’Aosta non sono stati ammessi, a confronto con il 6,2% a livello nazionale. Per le scuole medie, il tasso di bocciatura si attesta al 2,6%, in diminuzione rispetto al 3,6% dell’anno precedente.

Questi dati sembrano contraddire i risultati delle prove Invalsi, in cui gli studenti valdostani, specialmente delle classi quinte superiori, hanno superato sia la media macroregionale che nazionale. Il dato statistico rilasciato ha evidenziato una performance nettamente migliore degli studenti della regione nelle prove Invalsi.

Tuttavia, i voti complessivi di uscita sono risultati decisamente inferiori rispetto al resto d’Italia e del Nord Ovest, come sottolineato dall’assessore al Sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz. Questa discrepanza ha sollevato interrogativi sulla valutazione uniforme proposta dalle prove Invalsi rispetto ai risultati finali degli studenti.

Le bocciature, come evidenziato, contribuiscono alla dispersione scolastica, con una percentuale del 13,3% nel 2022. In particolare, i dati mostrano un picco del 17,9% tra i maschi e una media dell’8,5% per le femmine. Questo tasso di dispersione, tra i più alti considerando anche la Provincia autonoma di Bolzano, è correlato ai tassi di bocciatura che, oltre a influire sull’autostima dello studente, incidono sulla decisione di proseguire il percorso di studi.

La Sovrintendente agli Studi, Marina Fey, ha messo in evidenza la necessità di lavorare sulla formazione dei docenti per mitigare la dispersione scolastica, sottolineando la complessità multidimensionale del fenomeno, influenzato sia dal contesto economico e sociale delle famiglie che dall’interazione tra docenti e studenti all’interno delle istituzioni scolastiche.

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