“La scuola metta la persona al centro. Occorre personalizzare la didattica, da qui l’idea del docente tutor”. Il pensiero del Ministro Valditara
Al Meeting di Rimini, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha partecipato al panel “L’educazione non è accumulo: le competenze non cognitive”, esprimendo una visione di scuola che mette al centro la persona e valorizza le differenze.
“La mia visione di scuola, l’ho detto sin dall’inizio del mio incarico, è quella costituzionale, cioè è la scuola che mette la persona al centro, è la scuola che ruota attorno alla valorizzazione della persona e dello studente”, ha affermato, citando il discorso di Giorgio La Pira sull’importanza della centralità della persona nella Costituzione repubblicana.
Valditara ha evidenziato la necessità di valorizzare i talenti e le abilità individuali, proponendo un modello di scuola che individui e valorizzi questi talenti. “Da qui l’idea del docente tutor perché il suo ruolo è funzionale proprio a questa personalizzazione della formazione”, ha spiegato, definendo questa come una “piccola prima rivoluzione”.
Valditara ha criticato il modello gentiliano di scuola, che considerava unitaria l’intelligenza, e ha sostenuto la pluralità delle intelligenze, tutte di uguale valore. “Se tutte le intelligenze hanno uguale valore e uguale dignità, noi dobbiamo potenziare anche quei percorsi scolastici che danno valore, spazio e opportunità a quelle intelligenze magari più pragmatiche, magari più concrete”, ha dichiarato.
Valditara ha anche parlato della riforma del 4+2, che include la valorizzazione delle soft skills, essenziali per il successo nel mondo del lavoro. “Perché non deve farci, perdonate il termine, schifo il rapporto fra scuola e mondo del lavoro”, ha chiesto, sottolineando l’importanza di un dialogo produttivo tra scuola e impresa per creare opportunità per i giovani.
Poi evidenziato la necessità di rafforzare l’alternanza scuola-lavoro e di potenziare l’insegnamento dell’italiano per gli studenti stranieri, per combattere la dispersione scolastica. “Se noi non andiamo a potenziare l’insegnamento dell’italiano con un percorso di formazione e di reclutamento degli insegnanti specializzati per insegnare l’italiano a chi non sa una parola della nostra lingua, se non facciamo questo, non facciamo vera integrazione”, ha affermato.
Il Ministro ha anche proposto di garantire la continuità didattica per gli studenti con disabilità, se il rapporto con il docente è positivo. “Capite che i genitori non sono dei privati, ma fanno parte proprio di quel patto educativo di cui si parlava qua, che è fondamentale”, ha sottolineato.
Poi ha ribadito l’importanza di ridare autorevolezza ai docenti, non solo attraverso l’aumento degli stipendi, ma anche con misure concrete come l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. “Ci vuole più scuola per lo studente bullo, non meno scuola”, ha detto, parlando del voto di condotta e delle sospensioni.
Valditara ha concluso il suo intervento citando un esempio di successo di una scuola in Brianza che accoglie ragazzi con difficoltà, dimostrando come la scuola possa valorizzare le intelligenze di ciascuno. “Ecco la scuola delle opportunità, ma le tante diversità dei tanti percorsi, non la scuola unitaria, non la scuola indifferenziata, ma la scuola dei talenti, la scuola della bellezza, la scuola della ricchezza, della ricchezza vera”, ha concluso, sottolineando l’importanza dei principi di libertà e lavoro nel percorso formativo.