La scuola del futuro: preparare alla vita e al lavoro attraverso l’intelligenza emotiva. Il parere di Lorenzo Fariselli

Lorenzo Fariselli, direttore responsabile di Six Seconds Italia ed Europa, propone una riflessione profonda sul ruolo della scuola nella società contemporanea e sulla necessità di integrare l’Intelligenza Emotiva nel sistema educativo.
Nel dibattito sull’istruzione, spesso ci si chiede se la scuola debba preparare al lavoro o alla vita. Tuttavia, questa dicotomia potrebbe essere fuorviante. Fariselli suggerisce che la vera sfida sia preparare le nuove generazioni a costruire un futuro migliore, integrando sia le competenze professionali che quelle umane.
La crisi del mondo del lavoro
I dati sulla salute mentale dei lavoratori sono allarmanti. In Italia, solo il 5% dei lavoratori si dichiara coinvolto nel proprio lavoro, con una perdita stimata di 273 miliardi di euro, pari al 18% del PIL nazionale. Tale situazione riflette un problema più ampio che coinvolge l’intero sistema educativo e sociale. Fariselli richiama il pensiero di Umberto Galimberti e Günther Anders, evidenziando come l’approccio tecnico e meccanicistico al lavoro possa portare a una disumanizzazione. Tale rischio si manifesta anche nella scuola, quando l’obiettivo diventa il mero rispetto del programma scolastico, trascurando la crescita personale degli studenti.
La Generazione Z e il burnout precoce
I giovani della Generazione Z, infatti, stanno già sperimentando tassi di burnout più elevati rispetto alle generazioni precedenti. Il fenomeno è legato a una crisi di salute emotiva, esacerbata dalla mancanza di competenze emotive fondamentali come la capacità di navigare le emozioni e trovare la motivazione intrinseca.
L’Intelligenza Emotiva come soluzione
Fariselli propone, quindi, un ripensamento radicale del sistema educativo, ponendo l’Intelligenza Emotiva al centro della formazione. Tale competenza è vista come la chiave per accedere alla saggezza delle emozioni, comprendere e gestire meglio le dinamiche sociali, e costruire relazioni di lavoro più sane e produttive.
Un nuovo ruolo per la scuola
La scuola del futuro, secondo Fariselli, dovrebbe diventare il luogo in cui i giovani imparano a “essere”. Ciò significa comprendere le proprie emozioni, gestire lo stress, trovare la motivazione interiore e lavorare in modo cooperativo. Gli insegnanti dovrebbero avere la libertà di interrompere la didattica tradizionale per affrontare problemi significativi nel gruppo classe, creando così una “palestra” per l’umanità.
Fariselli conclude sottolineando l’importanza di focalizzarsi sulle competenze dell’Intelligenza Emotiva per permettere alle nuove generazioni di costruire un futuro nobile. Solo integrando queste competenze nel sistema educativo potremo formare individui consapevoli e responsabili, capaci di contribuire positivamente alla società e di trovare realizzazione sia nella vita che nel lavoro.