La scuola che non ascolta, la famiglia che non parla. Lettera

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Inviato da Enrico Fortunato Maranzana – Luca Ricolfi, su Il Messaggero, ha concluso la sua analisi sull’alleanza perduta tra scuola e famiglia scrivendo: «Quel che mi stupisce è il fatto che tanti genitori non abbiano ancora capito la ragione per cui non sono più in condizione di dialogare con i figli».

Se si circoscrive il campo d’osservazione alla sola istituzione scolastica, emerge uno scenario dalle colorazioni insolite. Questo “taglio drastico”, tuttavia, pone le norme che regolano il sistema educativo a fondamento della vita scolastica. In particolare, le famiglie devono muoversi entro gli spazi che l’ordinamento riserva loro.

I genitori sono presenti nel Consiglio di Istituto, organo strategico della scuola che, nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, elenca i traguardi di fine percorso, espressi sotto forma di competenze generali.

Se questa responsabilità fosse realmente assunta, il terreno di dialogo tra scuola e famiglia e tra genitori e figli sarebbe chiaramente definito.

Detto organismo, inoltre, ha il compito di deliberare i “criteri generali della programmazione educativa” . Tali criteri, in conformità alle disposizioni sull’autonomia delle istituzioni scolastiche, devono vincolare la programmazione didattica al feedback, cioè alla misurazione e all’analisi degli scostamenti tra obiettivi e risultati.

In questo contesto “Successo formativo” e “Efficacia” sono sinonimi: un parallelismo che vanifica l’interpretazione di Ricolfi.

Eppure, nella pratica quotidiana, tali disposizioni restano in larga parte disattese. Le cause vanno ricercate in una cultura scolastica che non riconosce la dimensione sistemica dell’organizzazione educativa,  come dimostrato dalle indicazioni nazionali per il curricolo 2025. Il Consiglio di Istituto, anziché essere il luogo in cui si definiscono finalità e criteri vincolanti per l’azione didattica, è spesso ridotto a una sede formale, priva di reale incidenza sul processo formativo. I genitori, dal canto loro, raramente sono messi nelle condizioni di comprendere l’effettiva portata delle competenze che la legge ha assegnato loro.

L’alleanza tra scuola e famiglia non esiste perché le regole, che l’avrebbero resa concreta e operativa, non sono state applicate. La distanza tra scuola, genitori e figli ha, tra le cause, l’assenza di una “progettualità formativa, educativa, dell’istruzione” condivisa e pubblicizzata.

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