Quando la satira va in vacanza?

E camminando per l’Italia s’incontrano a Salerno, in una splendida giornata di sole, PAV ed UMOR, i due vignettisti di Orizzonte Scuola, portandosi in vacanza le loro matite (non per 3 mesi, come qualcuno potrà alludere) e, tanto per cambiare argomento, si ritrovano a parlare di Scuola.
PAV (al secolo Paolo Iorio) docente di Musica nella scuola media dell’ I.C. “Leonardo da Vinci” di Guidonia (Roma) ed UMOR (al secolo Mauro Musso) docente di Grafica Pubblicitaria, presso l’Istituto Professionale “Pio La Torre” di Palermo, si confrontano sui rispettivi stili nel fare umorismo e satira sulla Scuola, su ciò che ruota attorno ad essa, ciò che appartiene al suo passato, al presente ed al suo (triste) divenire.
Discutono sulle tecniche di comunicazione e sul valore della satira, che interessa non soltanto gli insegnanti, il personale scolastico, gli alunni e i loro genitori, ma anche i politici che, da oltre vent’anni, operano la sistematica demolizione del modello “gentiliano” e delle successive conquiste innovative della scuola italiana, culminata nel parto di una riforma giudicata frettolosa ed inadeguata dalla stragrande maggioranza degli operatori della scuola, che porta un nome “buonista”, La Buona Scuola, ma che di buono ha ben poco e si sta configurando come un vero calvario.
PAV, che mette sul campo la propria esperienza didattica più che trentennale per evidenziare pregi e difetti di una Scuola che cambia (in peggio) anno dopo anno.
UMOR che va spulciando le notizie sulla Scuola, interpretandole con una sua chiave di lettura, cercando di fare satira su ciò che avviene nel suo posto di lavoro e non solo.
Molti colleghi si riconoscono nei loro lavori, sia in quelli squisitamente umoristici sia in quelli più graffianti e spietati, e ne sanno cogliere gli aspetti satirici più significativi; tanti altri, distratti o forse provati dai continui attacchi mediatici a cui il mondo della scuola è sottoposto da alcuni anni, non comprendono il senso dello humor e lo spirito di autoironia in esso contenuti oppure, per deformazione professionale, si concentrano su una svista ortografica contenuta nel testo, tralasciando il senso della battuta (perché un insegnante deve correggere e valutare, pure se sta sotto l’ombrellone a ripararsi dal solleone).
E allora, ogni lunedì e giovedì mattina, ecco i nostri umoristi trepidanti nell’attesa di misurare il feedback della vignetta attraverso i “like” dei lettori di Orizzonte Scuola, a volte delusi per la cattiva accoglienza riservata ad una battuta che sembrava geniale o stupiti per il successo inaspettato di quella che si è impapocchiata all’ultimo momento.
Perché ironizzare su una Scuola in agonia, come quella italiana, non è così semplice. Sembra di sparare sulla Croce Rossa. E ad ogni colpo inferto, gli insegnanti sono sempre pronti ad azzuffarsi tra di loro, dilaniati da divisioni interne che li affliggono da sempre, impedendogli di affermare i loro diritti con forza.
Sfortunatamente, compito della satira non è solo quello di fare ridere, di far compagnia o di rinfrancare lo spirito, ma anche, e soprattutto, far riflettere su importanti problematiche della Scuola italiana che sono paradossalmente affrontate con leggerezza dai nostri governanti, spesso attenti solo a tagliare risorse invece di tenere nella giusta considerazione i reali bisogni educativi e di crescita dei nostri alunni.