La riforma della filiera tecnologico-professionale 4+2, cosa cambia per i docenti? Chiappa (Direttore Generale DGTVET): “Non si perderanno ore di lavoro”

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La nuova riforma della filiera tecnologico-professionale 4+2, introdotta con la legge 8 agosto 2024 n. 121, propone una profonda riorganizzazione dell’istruzione tecnica e professionale in Italia. L’obiettivo principale è formare figure professionali più specializzate, denominate “tecnologi”, capaci di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro con competenze integrate e aggiornate.

La riforma introduce un percorso strutturato in sei anni, denominato 4+2, che comprende quattro anni di formazione tecnica o professionale e due anni integrativi con gli ITS Academy. Questa nuova struttura mira a creare un continuum formativo che porti gli studenti a un livello di specializzazione superiore rispetto ai tradizionali percorsi quinquennali.

Intervenuto durante la diretta di Orizzonte Scuola TV, il Dott. Maurizio Adamo Chiappa, Direttore Generale del DGTVET presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha spiegato che “l’intento è sviluppare un sistema che non solo garantisca una solida preparazione accademica, ma consenta anche agli studenti di accedere automaticamente agli ITS senza test d’ingresso“, favorendo così una transizione naturale tra scuola e formazione terziaria non universitaria.

La riforma è pensata per garantire flessibilità e collaborazione tra istituti tecnici, professionali e ITS Academy, coinvolgendo anche le Regioni nella programmazione dell’offerta formativa. Il Dott. Chiappa ha sottolineato che “la costruzione di queste filiere rappresenta un sistema integrato, in cui tutti gli attori, dalla scuola alle aziende, collaborano per preparare i giovani alle sfide tecnologiche del futuro”.

Il concetto di “tecnologo” è centrale nella riforma. “Per fare un paragone – illustra il Dott. Chiappa – si tratta della stessa differenza tra uno chef e un cuoco: il tecnologo, infatti, sarà un professionista che non solo possiede le competenze tecniche per svolgere il lavoro, ma che sa anche gestire e coordinare un team per raggiungere obiettivi complessi”. I percorsi 4+2 sono progettati per fornire una formazione multidisciplinare che include competenze pratiche e teoriche applicabili a contesti lavorativi specifici, rispondendo alle esigenze dei territori e alle richieste delle aziende.

Cosa cambia per i docenti?

Per i docenti, questa riforma comporta un cambiamento significativo nell’approccio didattico e nell’organizzazione del lavoro. Come specificato dal Dott. Chiappa, “i docenti saranno chiamati a sviluppare il loro curriculum in modo diverso, mantenendo la stessa quantità oraria complessiva, ma con una diversa distribuzione temporale delle attività”. I percorsi prevedono attività di apprendimento organizzate con il supporto degli ITS e delle aziende partner, che potranno svolgersi al di fuori dell’orario scolastico tradizionale, come durante i periodi estivi (ad esempio, per quanto riguarda i PCTO).

Inoltre, la riforma introduce la figura del “mentoring” e attività di potenziamento rivolte alla singola classe, creando così un modello di insegnamento più personalizzato e mirato. “Non si perde organico,” ha assicurato Chiappa, “ma si riorganizza l’orario in modo da aumentare la frequenza delle ore di contatto tra docenti e studenti”.

A supporto di tale affermazione, durante la diretta è stato mostrato anche l’esempio di un quadro orario standard e post-riforma.

Il piano di accompagnamento di Indire

La sperimentazione del percorso 4+2, che verrà testata per tre anni scolastici (2024-2027), può rappresentare un’opportunità per ripensare l’istruzione tecnica e professionale. L’obiettivo finale, spiega il Dott. Chiappa, è “creare un sistema educativo capace di formare tecnologi che possano affrontare il futuro con competenze adeguate e una visione integrata del mondo del lavoro”.

Per fare ciò, la fase di sperimentazione, che “sarà avviata entro Dicembre 2024“, prevede anche un piano di accompagnamento promosso da Indire. Tale piano è stato progettato per supportare le scuole nella transizione verso la nuova struttura formativa. Questo piano mira a fornire assistenza tecnica, formativa e metodologica alle istituzioni scolastiche coinvolte, garantendo che i docenti e gli amministratori possano adattarsi efficacemente alle nuove modalità didattiche e organizzative.

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