La punteggiatura, il ritmo del cuore che pulsa nella scrittura. Le parole di Maggi: “Nei temi dei ragazzi è sparita del tutto o quasi, e se c’è, è messa a caso”
Andrea Maggi, docente e scrittore, su Facebook, ci invita a riflettere su un elemento spesso trascurato: la punteggiatura. Nei compiti dei ragazzi, osserva, essa è quasi del tutto assente o usata in modo errato, come se fosse un ingrediente superfluo nella ricetta della scrittura.
Perché proprio la punteggiatura è la vittima sacrificale dello scrivere moderno? La risposta, secondo Maggi, è insita nella sua funzione stessa: creare il ritmo. La punteggiatura scandisce il testo, dettando le pause e dando vita a una melodia di parole che cattura l’attenzione del lettore e lo accompagna nella comprensione del testo.
In un mondo dominato dalla velocità e dalla frenesia, il senso del ritmo si è smarrito. Le informazioni si susseguono senza tregua, travolgendoci come un’alluvione. E proprio in questo contesto, la punteggiatura assume un ruolo ancora più importante, offrendo un punto di riferimento, un respiro, un momento di riflessione.
Maggi riconduce il ritmo al “thumòs”, termine greco che significa cuore, l’organo che scandisce il ritmo della vita. E senza ritmo, senza cuore, la scrittura diventa un corpo senza anima, privo di vitalità e di espressività.
L’invito di Maggi è dunque a riscoprire la bellezza e l’importanza della punteggiatura, non come un insieme di regole rigide, ma come uno strumento prezioso per dare vita alle nostre parole, per trasmettere emozioni e per far vibrare il cuore del lettore.