La provocazione del magistrato: “Alcuni adulti sono buoni educatori, altri andrebbero rinchiusi in una stanza finché i giovani non sono diventati adulti”
“Alcuni adulti sono buoni educatori, altri andrebbero rinchiusi in una stanza finché i giovani non sono diventati adulti”. Questa provocatoria affermazione dell’ex procuratore generale Beniamino Deidda ha acceso il dibattito durante l’incontro sul tema “I ragazzi in un mondo di regole degli adulti” a San Casciano.
Come segnala La Nazione, Deidda ha sottolineato l’importanza di distinguere tra regole e principi. Mentre i principi, ovvero i valori fondamentali, sono imprescindibili, le regole, strumenti per attuare tali principi, possono essere flessibili. Secondo l’ex procuratore, l’educazione dei giovani richiede esempi concreti più che parole. I “no” responsabilizzano e preparano alle sfide della vita, incentivando una disobbedienza ragionata di fronte a ingiustizie e prevaricazioni.
Deidda riconosce la tendenza dei giovani a rispettare solo le regole coerenti con i propri valori, rifiutando imposizioni autoritarie. Questa spinta al cambiamento è vista come un’opportunità per creare regole più avanzate e aderenti alla realtà giovanile.
L’ex procuratore conclude affermando che la soluzione al mancato rispetto delle regole non è l’inasprimento delle pene, ma un approccio politico che affronti le cause della criminalità.