La progettazione settimanale per la scuola primaria tra miti e interpretazioni: un esempio di progettazione per classi parallele

Inutile ribadire che, al di là delle personalissime convinzioni di ciascuno e delle modalità organizzative adottate da ciascun istituto, la “Progettazione settimanale” per la scuola Primaria, è in primis il mezzo attraverso il quale ciascun docente e i docenti dello stesso team o della stessa interclasse, concretizzato e attuano la libertà d’insegnamento. Il docente, infatti, ha piena libertà di scelta dal punto di vista metodologico e didattico.
L’esercizio di questa libertà si coniuga con il dovere di curare e arricchire una specifica preparazione professionale che permetta di compiere, in modo flessibile ed efficace, le scelte più opportune in relazione alle caratteristiche socio-affettive e cognitive degli alunni, alle finalità educative, agli obiettivi di apprendimento e ai contenuti della progettazione curricolare e didattica dell’Istituto e della classe/sezione. La libertà di insegnamento, però, ed è qui che non è possibile derogare ad interpretazioni, va connessa con uno stile di lavoro collegiale previsto dagli ordinamenti scolastici, che presuppone sintonia sul piano degli stili educativi e necessita di raccordi sia a livello di team sia negli Organi Collegiali (Consiglio di interclasse/intersezione/di classe e Collegio dei Docenti).
L’organizzazione della programmazione
Il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, ovvero il “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione”, con l’articolo Art. 128 “Programmazione ed organizzazione didattica” introduce, definisce e fissa i criteri della programmazione per la scuola Primaria. In particolare il comma 1 precisa che “La programmazione dell’attività didattica, nella salvaguardia della libertà di insegnamento, è di competenza dei docenti che vi provvedono sulla base della programmazione dell’azione educativa approvata dal collegio dei docenti”.
Ma la programmazione dell’attività didattica cosa si propone nello specifico?
L’attività didattica
La programmazione dell’attività didattica si propone:
- il perseguimento degli obiettivi stabiliti dai programmi vigenti predisponendo un’organizzazione didattica adeguata alle effettive capacità ed esigenze di apprendimento degli alunni;
- la verifica e la valutazione dei risultati;
- l’unitarietà dell’insegnamento;
- il rispetto di un’adeguata ripartizione del tempo da dedicare all’insegnamento delle diverse discipline del curricolo, in relazione alle finalità e agli obiettivi previsti dai programmi.
Organizzazione settimanale
L’articolo 129 denominato “Orario delle attività didattiche”, al comma 4, prevede che “nell’organizzazione dell’orario settimanale, i criteri della programmazione dell’attività didattica devono, in ogni caso, rispettare una congrua ripartizione del tempo dedicato ai diversi ambiti disciplinari senza sacrificarne alcuno”. Ciò mostrando, senza inequivocabile, il valore olistico della progettazione didattica nella scuola Primaria. Ricordiamo che l’orario di insegnamento dei docenti della scuola primaria così come definito dall’art.131 del d.lgs. 297/94, si svolge in ventiquattro ore settimanali di attività didattica, di cui ventidue ore di insegnamento e due ore dedicate alla progettazione didattica da realizzarsi in incontri collegiali dei docenti di ciascun modulo. La collegialità, naturalmente, è riferita sia all’indispensabile sinergia tra i docenti dello stesso team sia a quella tra i docenti dei team della stessa interclasse.
Rafforzamento della collegialità
Il Manuale operativo dell’USR Veneto introduce il concetto di rafforzamento della collegialità puntando, come più volte sostenuto anche dalla nostra rivista, sulle organizzazioni flessibili che presuppongono un rafforzamento della collegialità e un investimento nella progettualità condivisa dei gruppi docenti e dei Consigli di Classe. La riorganizzazione dei gruppi e la progettazione per unità di apprendimento, per situazioni, per problemi, presuppone che venga in parte rivista l’organizzazione della didattica esclusivamente centrata sulle discipline e sui tempi scanditi dalle stesse, per lasciare spazio a moduli integrati ai quali i diversi docenti contribuiscono, con le proprie materie. Non si ipotizza di organizzare l’intero tempo scuola in moduli o unità di apprendimento integrati, ma piuttosto una loro progettazione che consenta di affidare a gruppi di lavoro mobili e a turnazione lo svolgimento di compiti di approfondimento e ricerca come quelli delineati in questo documento.
La composizione dei consigli di Interclasse
Il consiglio di Interclasse è composto dai docenti dei gruppi di classi parallele, o dello stesso ciclo, o dello stesso plesso e da un rappresentante dei genitori per ciascuna sezione e dura in carica un solo anno scolastico.
È presieduto dal Dirigente Scolastico oppure da un docente membro del consiglio, suo delegato; si riunisce in ore non coincidenti con l’orario delle lezioni. Le funzioni di Segretario sono attribuite dal presidente a uno dei docenti membri del consiglio.
I compiti dei consigli di Interclasse
I Consigli di interclasse si riuniscono con il compito di formulare al Collegio dei Docenti proposte in ordine all’azione educativa e didattica e ad iniziative di sperimentazione, e con quello di agevolare ed estendere i rapporti reciproci tra docenti e genitori.
I Consigli valutano la scelta dei libri di testo e dei sussidi didattici ed indicano eventuali attività integrative, inclusi viaggi di istruzione e visite guidate.
Le competenze relative alla realizzazione del coordinamento didattico e dei rapporti interdisciplinari spettano al consiglio di interclasse con la sola presenza dei docenti.
Nell’adottare le proprie deliberazioni il Collegio dei Docenti tiene conto delle eventuali proposte e pareri dei Consigli di interclasse.
Pare opportuno sottolineare che è compito proprio dei CdI coordinare la didattica e i rapporti interdisciplinare. Tra le incombenze, tra l’altro, proprio gli interventi pedagogici e didattici su alunni con PDP e PEI.
Il consiglio di classe, il PDP e la privacy
Necessario il riferimento alla redazione del PDP per allontanare e dissipare ogni dubbio, frutto di pessima interpretazione della norma, circa al concetto di privacy collegato alla progettazione/programmazione della scuola Primaria. È assolutamente falso che team diversi non possono relazionarsi e confrontarsi su casi specifici riconducibili a difficoltà dei propri alunni. È falso proprio per le competenze in campo ai Consigli di Classe. Competenze di coordinamento didattico e competenze relative proprio alla redazione dei PDP.
Appare superfluo, dunque, ricordare come il miglior assetto per la progettazione sia quello di Interclasse.
Si assicura, così, da un lato la specificità progettuale dei singoli team pedagogici e dall’altro quel coordinamento progettuale e didattico che è prioritario e indispensabile.
Il consiglio di Interclasse, infatti, tra le altre competenze, tramite il Coordinatore redige il PDP entro un arco di tempo che di solito prevede la sua definizione entro il primo trimestre (tre mesi dall’acquisizione della diagnosi quindi , supposto che l’anno scolastico inizi a settembre , va redatto entro la fine del trimestre: DM n°5669 12/7/2011; consigliabile entro il mese di novembre , cioè settembre-ottobre-novembre = 3 mesi ).
Tra l’atro il CdI condivide il Pdp con la famiglia e lo studente che, presa visione, firmeranno per condivisione il piano (nella redazione coinvolge tutti i soggetti presenti: alunno, famiglia, tecnico che ha redatto la diagnosi, tutti i docenti del Consiglio di Classe, Dirigente Scolastico ; ove necessario è consigliabile reperire informazioni dai docenti degli anni precedenti o dai docenti della scuola di grado inferiore di provenienza) .
Il CdI, inoltre, controlla periodicamente l’attuazione del Pdp ed eventualmente lo integra e lo adatta alle esigenze emerse nel corso dell’anno. Il Pdp ha validità, con tutte le misure in esso contenute, fino alla fine dell’anno scolastico (compreso il periodo in cui si svolgono le verifiche di recupero del debito formativo di fine agosto).
Impegni del Consiglio di Interclasse
Tra le altre incombenze del Consiglio di Interclasse:
- individua, ove possibile, un tutor tra i compagni di classe, da affiancare al l’alunno con Dsa in modo da facilitare la didattica;
• comunica e condivide (secondo le modalità più opportune concordate con l’alunno e la famiglia) le problematiche dell’alunno con Dsa al gruppo classe, in modo da far accettare la diversità nei criteri di valutazione, nello svolgimento delle prove, nell’utilizzo degli strumenti compensativi e dispensativi; - adegua e adatta il Pdp alle esigenze che emergono durante l’anno;
- coinvolge , ove necessario i docenti del gruppo Bes per reperire informazioni o per condividere strategie e metodologie operative utili al raggiungimento degli obbiettivi prefissati nel Pdp;
- riporta nei verbali dei Consigli di classe tutte le note, variazioni, adattamenti, integrazioni e problematiche emerse nel corso dell’anno in modo da documentarle in caso di eventuali contestazioni.
La privacy e il segreto d’ufficio
Qualche nostro lettore ha palesato alcune perplessità circa la riservatezza dei dati in caso di programmazione per interclasse. Intanto è inutile sottolineare che il CdI già tratta una infinità di dati relativi ad alunni di diverse classi della stessa interclasse e sovrintende ad alcuni documenti che, più di altri, necessitano di riservatezza.
Poi, relativamente proprio ad eventuali soggetti che, come altri, beneficiano del segreto d’ufficio (che è di per se stesso rassicurante per tutti e misura la qualità del personale docente e la sua indispensabile riservatezza) i dati sono sempre trattati congiuntamente, ciascuno per le proprie competenze, dalla Scuola, in particolare dalla Dirigenza scolastica, dagli uffici (competenti per gli aspetti amministrativi e giuridici del procedimento), dai docenti ed esperti della classe (per gli aspetti didattici e di attuazione del piano), dai consigli di interclasse (per l’appunto) da assistenti sociali o altro personale dei Servizi Sociali del Comune di competenza e dall’Azienda Sanitaria (per gli aspetti amministrativi e socio sanitari), da esperti (medici, psicologi ecc.) che eventualmente intervengono – ai sensi delle linee guida vigenti – quali esperti e consulenti. Si informa altresì che i docenti sono tenuti alla riservatezza in merito agli aspetti più sensibili del procedimento, ma è inevitabile che nel contesto della classe (nel corso delle verifiche, interrogazioni ecc.) si possa indirettamente far sapere, ad esempio ai compagni di classe, che l’alunno/a può seguire dei piani individuali.
Perché progettare in assetto classi parallele
Progettare per interclasse (classi parallele) contribuirebbe a valorizzare, dunque, la possibilità di strutturare percorsi individualizzati, personalizzati. Percorsi sui quali, alacremente, lavorano i Consigli di Classe.
Stilare una programmazione didattica comune, per ogni disciplina e per ogni anno di scuola primaria, condividendo la scelta degli obiettivi di apprendimento, partendo dal Curricolo di Istituto e poi lavorare per classi parallele (in incontri frequenti e periodi, non certamente ogni settimana) permette di concordare per classi parallele metodologie, strategie, tempi, fasi operative, attività, prove di verifica comuni e i relativi criteri di valutazione (da proporre agli alunni al termine del primo quadrimestre, utili ad accertare i livelli di apprendimento raggiunti).
Si raccomanda agli insegnanti di portare con sé il materiale necessario e utile per il lavoro: curricolo di Istituto e programmazioni personali o modelli/ esempi di programmazioni didattiche delle proprie materie, sui quali confrontarsi.
I gruppi di lavoro dovrebbero essere definiti in base alle materie insegnante dai docenti di classe e alla necessità di avere gruppi di lavoro equilibrati per ogni disciplina.
Obiettivi di processo finalizzati alla programmazione per classi parallele
A seguire, alcuni obiettivi di processo finalizzati alla programmazione per classi parallele:
- Continuare la progettazione di UDA per classi parallele e dipartimenti
- Sviluppare strumenti di raccolta osservazioni e griglie di valutazione delle prove di realtà per competenze, per classi parallele
- Implementare la diffusione di attività didattiche finalizzate alla promozione delle competenze
Stimolare e valorizzare le eccellenze tra classi parallele - Promuovere azioni di recupero e potenziamento per gli alunni in difficoltà secondo modalità didattiche inclusive
- Sviluppare nelle educazioni attività didattiche per classi parallele che promuovano l’inclusione
- Promuovere le competenze chiave trasversali – imparare ad imparare, spirito di iniziativa, competenze sociali e civiche, consapevolezza ed espressione culturale
- Implementare l’impiego di metodologie didattiche e cooperative nella pratica didattica quotidiana
- Organizzare momenti d’incontro tra scuola/famiglie/territorio per creare una solida alleanza educativa da deliberare nei consigli di Interclasse su proposta dei docenti dei team pedagogici.
Area di processo: didattica per competenze e progettazione per classi parallele
Ecco sinteticamente gli obiettivi di processo a cui devono far riferimento, anche i docenti della Primaria, nella loro progettazione settimanale:
- Continuare la progettazione di UDA per classi parallele e/o dipartimenti (almeno una volta al mese)
- Sviluppare strumenti di raccolta osservazioni e griglie di valutazione delle prove di realtà per
competenze - Implementare la diffusione di attività didattiche finalizzate alla promozione delle competenze
- Stimolare e valorizzare le eccellenze.
Scuola dell’innovazione tra verticalità e orizzontalità
La visione pedagogico-didattica della scuola – sottolinea l’Istituto Comprensivo Parini – Rovigliano di Torre Annunziata (Na) guidato dal Dirigente Scolastico Prof.ssa Mariantonietta Zeppetella Del Sesto, in un documento su “La scuola dell’inclusione” – è caratterizzata da un’ottica olistico-sistemica dei processi di apprendimento/insegnamento e punta sulla didattica della ricerca azione e della problematizzazione al duplice scopo di fornire agli allievi strumenti per un apprendimento attivo, significativo, contestualizzato e coniugare aspetti cognitivi, metacognitivi e socio affettivi in funzione di autentiche competenze di cittadinanza (funzionali alla risoluzione di problemi comunicativi, relazionali, pragmatici, cognitivi).
La costruzione di un curricolo verticale innovativo – continua il documento dell’istituto diretto dal Dirigente Scolastico Prof.ssa Mariantonietta Zeppetella Del Sesto – è stata perseguita come una costruzione sorretta dagli assi metodologico-culturali della problematizzazione e della laboratorialità che fungono da cardini intorno ai quali fare ruotare tutte le discipline. La trasversalità costituisce l’anima del curricolo. Il Curricolo per competenze trasversali è orientato alla costante attenzione alle connessioni tra conoscenze significative e traguardi per le competenze, considerate nel duplice sviluppo verticale e orizzontale.
Lo sviluppo verticale riguarda il dispiegarsi di conoscenze sempre più astratte e abilità sempre più complesse dalla scuola dell’infanzia al termine del primo ciclo; lo sviluppo orizzontale si concretizza nella condivisione dei moduli didattici da realizzarsi in contemporanea tra classi parallele.
Infine, in un curricolo per le competenze – quindi per conoscenze profonde, abilità padroneggiate in contesti nuovi e diversi, capacità comprovate di comportamenti esperti – l’ultima e decisiva coerenza è tra progettazione, realizzazione, valutazione. È del tutto evidente, infatti, che a una progettazione flessibile e modulare e a una realizzazione di didattica laboratoriale basata su prestazioni autentiche, situate, correlate a problematiche proprie del mondo reale, debba corrispondere una valutazione autentica.
Il curricolo si è concentrato, pertanto, sul curricolo verticale, sull’uso delle classi parallele, sulla peer to peer education già sperimentata con successo, sulla flessibilità oraria e didattica.
La progettazione per classi parallele
Abbiamo già proposto, in altri articoli pubblicati sulla nostra rivista, alcuni format di progettazione settimanale per la scuola Primaria. Tutti improntati sulla necessità di una periodica e frequente progettazione per classi parallele (in assetto, per così dire, di Consiglio di Interclasse. Proponiamo, anche stavolta, un format. Molti ve ne sono, più o meno adeguati, adottati dagli Istituti Comprensivi o dalle Direzioni didattiche. Uno in particolare merita una segnalazione, quello adottato dall’ I.C. 6° Quasimodo Dicearchia di Pozzuoli (Na) guidato dal Dirigente scolastico dott.ssa Francesca Longo.